TRAMA
Abbandonato dalla moglie per un dipendente, il proprietario di un locale ingaggia un losco detective per “sistemare” i due. Nulla va come previsto.
RECENSIONI
Generalmente liquidato come facile benché spigliato assemblaggio di stereotipi e citazioni, il primo film dei Coen è una delle loro prove più interessanti: se il serbatoio è rifornito di suggestioni a metà strada fra l’hard-boiled e Hitchcock (per tacer di Otello), il viaggio lungo le estreme (soprattutto a livello cromatico) strade texane è già limpidissimo teorema coeniano, gioco simmetrico e velenoso a base di malcelata inadeguatezza (LA FIAMMA DEL PECCATO vacilla fin dalle prime battute) e indizi metacinematografici di vertiginosa (in)attendibilità. Il tono olimpico di FARGO (intreccio di tensioni domestiche affine a BLOOD SIMPLE non solo per la presenza dell’ottima McDormand) è lontanissimo da questa scorribanda imperfetta e dannatamente vitale che fa (alla lettera) a brandelli l’horror e il thriller canonici, intrecciando realtà e allucinazione senza imporre una chiave di lettura univoca e perdendosi con sana incoscienza nei meandri del racconto. Molti i momenti degni di nota, dalle vedute (dense di presagi di morte) del prologo alla sepoltura del quasi-cadavere, dal confronto (irresistibile nella sua agghiacciante ironia) degli amanti a un finale di magnifica essenzialità.
