Azione

BITCH SLAP

TRAMA

Tre ragazze poppute, un’auto sportiva, un deserto e un sacco di altre cose che avete già visto da qualche altra parte. Ma non è questo il punto.

RECENSIONI

Per farla breve, sommaria e imprecisa si potrebbe dire che Lynch è il padre del cinema cosiddetto postmoderno (in senso “tarantiniano”) anni ’90. Tarantino ha, dunque, divulga(rizz)ato Lynch rendendolo straight e divertente per i più. Rodriguez ha buttato tutto alle ortiche mercificando una mercificazione. In mezzo ci sono vari epigoni e/o banali imitatori (da Guy Ritchie a Michael Davis passando per l’ultimo Aja) che si arrabattano tra le macerie dei fasti (che furono) di certo cinema. Tutti a tempo scaduto, ça va sans dire, ma chi meglio chi peggio. Ecco, questo Jacobson decisamente peggio.

Qui siamo ai Creed che scimmiottano il grunge a babbo morto. O a un catastopher movie à la Emmerich girato con un milionesimo del budget (e del, sì, talento) di Emmerich (cfr. 2012: Doomsday, del povero Nick Everhart, ma è solo un esempio dello sconfinato ed esilarante mondo degli straight to dvd). Questo Bitch Slap, insomma, è un campionario di rimanenze 90's buttate alla rinfusa nel calderone. Il citazionismo B-Z/moviesco? C'è (Russ Meyer in primis, of course). L'acronia narrativa tipo Pulp Fiction (rectius: Memento)? C'è. L'ultraviolenza Pulp? (non) c'è. Un cattivo (ormai) mitico alla Kaiser Soze con tanto di plot twist pre-finale? C'è. Viene decisamente da ridere. Tra le pussycats e Kill(! Kill!) Bill, passando per Grindhouse, Jacobson non si fa mancare nulla, tranne il film. Che, sia chiaro, non ha il (solo) difetto della derivatività (sempre che il sostantivo esista).

Perché volendo, anche il citato Rodriguez è un innocuo caciarone che lascerà il tempo che ha trovato, ma una gag su cinque/sei la azzecca. E poi sceglie, spesso, la scorciatoia dell’esagerazione pura per vestire a blood feast l’antimateria di cui è fatto il suo cinema. Questo Jacobson no. Gli manca perfino un minimo di “coraggio”… i dettagli rallentati sulle poppe delle protagoniste sono roba da Bikini Destinations, la scena saffica sprizza pudicizia, la lunga sequenza “acquatica” con le miss magliette bagnate è perfetta per una prima serata Mediaset mentre il sangue, il dettaglio splatter è confinato nella sicurezza del fuori campo, al riparo da occhi indiscreti. Si salvano – forse – i pochi minuti di flashback/parodia 007, sufficientemente “fuori” da molti punti di vista, ma per il resto, Bitch Slap è, suo malgrado, serie B al grado zero.