TRAMA
Ben sta cercando di disintossicarsi e il giorno di Natale decide di uscire dalla comunità per passare le feste in famiglia. La madre Holly, sorpresa, lo accoglie a braccia aperte ma capisce presto che qualcosa non va. Durante le 24 ore successive Holly farà tutto ciò che è in suo potere per salvare il figlio ed evitare il collasso della propria famiglia.
RECENSIONI
Feste in famiglia, d’accordo, ma c’è un problema: accogliere o meno il giovane Ben che si presenta inaspettatamente alla porta per trascorrere il Natale a casa, avendo lasciato, per il tempo necessario (dice) la comunità di cui è ospite? Il problema è soprattutto un rapporto madre-figlio sbilanciato, in cui lei, Holly, pur nella consapevolezza dei pericoli legati alla tossicodipendenza di lui, non riesce a dominare un ottimismo amoroso che già in passato ha causato complicazioni: il riferimento ai precedenti - «Stavolta sarà diverso» - ci dice che la situazione è diventato uno standard che si ripropone, l’ennesimo tentativo che si consuma nella cornice festiva, con annessi sospetto & pessimismo degli altri familiari.
Diretto con correttezza tutta televisiva da Peter Hedges (padre del protagonista Lucas, attore che non si può più definire in ascesa - a breve lo ritroveremo accanto a Nicole Kidman in Boy Erased -), il film ha la confezione del dignitoso, stilisticamente anonimo film-dossier, contraddetta, però, dall’inconsueta cronologia, visto che tutta la vicenda si dipana in un solo giorno (la vigilia di Natale). Un’unità di tempo concentrata che diventa esemplare di una situazione, di un rapporto, di un tentativo e di diverse disperazioni: così la stretta osservazione di cui Holly fa oggetto Ben è quella che ci permette di guardare non solo nel perverso meccanismo della tossicodipendenza, ma anche nella lotta per resistere di lui, cui si oppone la speranza e la paura di lei, pulsioni estreme che deformano qualsiasi normale confronto tra la madre e il figlio. Fino al thrilling, al viaggio notturno che, nello stesso tempo, rende concreto e metaforizza l’incubo del protagonista. E che sarà segnato anche dall’improvvisa consapevolezza che di esso, e di tutte le sue reali implicazioni, acquista la madre. Consapevolezza che comporta anche la necessità di tentare l’impossibile per il bene di Ben, perché non farlo significherà non perdonarselo.
Sono particolarità e sfumature che si apprezzano (anomalo è anche un finale aperto a più letture: il prossimo Natale si replica?) di un film che, per il resto, non va oltre il suo assecondare le implicazioni tematiche e, ça va sans dire, sollecitare a dovere i due attori protagonisti ad applicare al compito un po’ di solido, inattaccabile mestiere.