TRAMA
A Londra, nel periodo della guerra civile in Bosnia, si incrociano le vite di persone appartenenti a differenti ceti sociali e con opposte mentalità.
RECENSIONI
E' interessante l'idea di creare una comunicazione tra realta' sociali agli opposti. Il film racconta, infatti, l'incrocio di alcune persone che non si conoscono e che il destino fa incontrare e interagire. Ecco quindi il tossico razzista che si trova catapultato in Bosnia, la figlia di un deputato conservatore che si innamora di uno slavo, un medico con prole abbandonato dalla moglie che aiuta una profuga slava a partorire il figlio di una violenza carnale, un serbo e un croato che si riconoscono in un autobus e cominciano a picchiarsi. Tutto ruota sullo scontro di culture e mentalita' diverse e il film ha il pregio di sensibilizzare senza per forza sfociare in tragedia. Ma il taglio brillante risulta un'arma a doppio taglio perche', se da un lato sdrammatizza, dall'altro limita il coinvolgimento emotivo. I personaggi hanno spesso atteggiamenti sopra le righe e stereotipati e le situazioni si evolvono con impossibili redenzioni e evoluzioni psicologiche poco sfumate che riducono l'incisivita' dell'idea di partenza. Sembra quasi che il regista avesse in mente alcune scene chiave basate sullo scontro di culture diverse e abbia costruito il film per arrivare a dimostrare la sua fiducia sulle capacita' dell'uomo di non restare chiuso nel suo mondo di quattro piccole pareti. Se le intenzioni sono senz'altro apprezzabili, il risultato lascia, pero', abbastanza indifferenti.