TRAMA
Mr. Freeze, in compagnia della seducente donna-pianta Poison Ivy, è il nuovo cattivone che minaccia Gotham City.
RECENSIONI
La dipartita di Tim Burton (regista dei primi due episodi e produttore del terzo, Batman Forever) denuda la mediocrità di Schumacher, che scambia fumetto con fumettistico ed elimina qualsiasi sviluppo psicologico inquietante. Il suo sceneggiatore di fiducia Akiva Goldsman appronta battute imbarazzanti, annulla la sospensione d’incredulità con intermezzi telegrafici e sviluppi patetici, salta i preamboli e li insulta con il controsenso, annienta la fantasia schiacciando rasoterra la creatività, in compagnia di situazioni trite o (mal) fotocopiate dal terzo episodio (Alicia Silverstone futura bat-girl segue l’iter di Chris O’Donnell per diventare Robin). Ex-pubblicitario, scenografo e vetrinista, Schumacher è stato solo in grado di valorizzare il design di set spettacolari ed eccentrici di Barbara Ling, con universi di ghiaccio e flora "tagliati" da coloratissime luci al neon. L’altro sterile “talento” della pellicola sono i denari (80 milioni di dollari), impiegati per gli effetti speciali del mago John Dykstra e per il cast di sicuro richiamo. Gli autori, forse, volevano recuperare lo spirito pacchiano della serie televisiva degli anni sessanta, senza rendersi conto che accoppiare l’epica (pure gotica) con l’idiozia rende gravide solo le bufale. Non rincuorano certo i continui stacchi sui bei deretani delle tute aderenti o il citazionismo (la donna ibernata da The Black Cat di Ulmer, il costume da gorilla di Venere Bionda, i pittoreschi Guerrieri della Notte imbevuti d’iconografia carpenteriana, la piantina carnivora de La Piccola Bottega degli Orrori). Si salvano la prima, fantasmagorica sequenza da film d’arti marziali, la partita di hockey su ghiaccio, il razzo spaziale, le ali meccaniche di Mr. Freeze (l’unico personaggio con un certo fascino, interpretato da Otto Preminger nella serie televisiva), il surf nei cieli ed i teppisti fosforescenti. Come se allungaste un budget miliardario a quelli della "Troma" (casa di produzione di horror/spazzatura) e questi decidessero, per una volta, di prendersi sul serio.