TRAMA
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RECENSIONI
Macchina d’amore di Nanni Loy con Monica Vitti, Johnny Dorelli. Uno sceneggiatore detta alla dattilografa il copione “Macchina d’amore”, erotico spinto ma struggente. Lei sogna e si eccita. Age e Scarpelli hanno una bella idea, forse scaturita proprio dal loro lavoro, sceneggiatura di una sceneggiatura che corre anch’essa su due binari paralleli di lettura ma con molte analogie se analizzate separatamente: ci sono la superficie leggera, semplice e sorniona, e la traccia significativa, profonda e malinconica. Eccellente Monica Vitti, bravo Johnny Dorelli.
Il Superiore di Luigi Magni con Nino Manfredi, Lino Banfi. Il Superiore del carcere è fatto prigioniero dai detenuti che vogliono la riforma, con più libero “accesso” al sesso. Altrimenti lo sodomizzano… In questo episodio ci si sposta sul drammatico-politico, con i carcerati che diventano espressione del movimento giovanile di sinistra di protesta degli anni settanta (gli sceneggiatori Age e Scarpelli simpatizzano): per questo, come pamphlet, invecchia, è troppo culturalmente inquadrato. Per far ridere, invece, gli autori puntano sul (solito) espediente sessuale; fanno meglio quando riescono a far riflettere con fondi amarognoli sulla cultura occidentale.
L'equivoco di Luigi Comencini con Nino Manfredi, Monica Vitti. Un ragioniere balbuziente richiede per telefono una prostituta. Suona al campanello di casa una rappresentante di libri, lui la scambia per una puttana e… Cambiano gli sceneggiatori (Castellano e Pipolo) e il livello diventa becero. Anche la commedia degli equivoci, basata sullo scambio di persona, è povera di idee (anche se qualche risata la strappa). Lo tiene in piedi la bravura dei protagonisti.