Animazione, Recensione

BARNYARD – IL CORTILE

Titolo OriginaleBarnyard
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2006
Durata90'
Sceneggiatura
Scenografia

TRAMA

Otis è una spensierata mucca a cui piace cantare, ballare e fare scherzi agli umani. A differenza di suo padre Ben, il rispettato patriarca della fattoria, e di Miles, il vecchio e saggio mulo, Otis non si preoccupa di tenere segrete le doti “umane” degli animali. Quando viene improvvisamente messo in una posizione di responsabilità, l’irresponsabile mucca troverà il coraggio di essere un leader.

RECENSIONI

Che cosa ci fa una mucca con le sue mammelle ben in vista in un personaggio decisamente maschile? È quello che ci si domanda vedendo sia il protagonista, lo scansafatiche Otis, che il virile Padre Sam, dalla voce calda e profonda. La bizzarria, che resta senza risposta, evidenzia il taglio irriverente adottato da Steve Oedekerk, al suo debutto nel cinema d'animazione dopo aver diretto Jim Carrey nello scatologico Ace Ventura - Missione Africa ed essersi dilettato nella parodia delle arti marziali in Kung Pow!. Ma tutta l'allegra fattoria in cui è ambientata la vicenda gode di una caratterizzazione sui generis, con un contadino vegano e una sgangherata combriccola di animali da cortile che organizza feste da sballo, ordina pizze da asporto, ruba e guida l'auto dei vicini e fa surf tra i canyon. Se la cornice è trasgressiva, il messaggio veicolato non si stacca dal più classico dei conflitti risolto nel più convenzionale dei modi: quale sarà l'eredità lasciata da un padre virtuoso a un figlio degenere? Si può forse oziare e ridere per tutta la vita? Il cammino verso la responsabilità sarà irto di ostacoli ma ancora una volta il bene trionferà e i ruoli sociali saranno rispettati. Il punto di arrivo quindi non cambia, ma la via all'eroismo è più sfumata del solito. Se è vero infatti che il protagonista seguirà le orme del padre, finirà per farlo restando però fedele al suo approccio ludico alla vita. Ma al di là del pistolotto edificante e del soggetto non proprio innovativo (gli immancabili cattivi di turno sono dei coyote affamati), ciò che rende il film di Oedekerk un prodotto migliore della media è l'aria scanzonata che si respira. Il punto di forza della pellicola è infatti nel divertimento che trasmette, con un taglio trasversale in grado di compiacere tutte le età. Trovate geniali (come dimostrare che un cane non può essere un buon capo) si alternano a battute ad effetto in un ritmo rutilante che, pur con qualche digressione di troppo (la virata centaura), mantiene sotto controllo le coordinate del racconto arricchendo di brio la prevedibilità dei passaggi narrativi. Determinante per lo spasso del risultato l'essenzialità del tratto, i colori accesi e netti e l'animazione in grado di valorizzare le differenti personalità dei protagonisti.