Animazione, Commedia, Recensione

ASTERIX E IL SEGRETO DELLA POZIONE MAGICA

Titolo OriginaleAstérix: Le Secret de la Potion Magique
NazioneFrancia
Durata85'
Sceneggiatura

TRAMA

Una caduta dall’albero porta Panoramix a riflettere sul suo futuro e sul destino della sua gente: è necessario trovare un druido successore degno di custodire il segreto della pozione magica da lui inventata. Insieme ad Asterix, Obelix e la bimba Pectine, parte alla ricerca dell’eletto, mentre i romani ne approfittano per assediare (come sempre) il villaggio.

RECENSIONI

I tempi passano, e bisogna cedere il testimone alle nuove generazioni. Così, se Panoramix ora si lancia alla ricerca di un successore alla sua altezza, la saga di Asterix (creata negli anni '60 da Renè Goscinny e Albert Uderzo), sembrava aver già trovato nella CG l'erede più consono ai nostri tempi con l'eccellente e pungente Asterix e il regno degli dei (2014), scritto e co-diretto da Alexandre Astier (in patria famosissimo per la serie parodistica Kaamelott), che torna alla guida del sequel meno brillante, ma pur sempre divertente e riuscito, Asterix e il segreto della pozione magica, decimo film animato della serie e quattordicesimo se si considerano gli adattamenti live-action. Le animazioni in CG sono ancora una volta curate dai francesi Mikros Studios (Sherlock Gnomes) e a livello strettamente tecnico competono benissimo con i colossi americani: il character design non solo è fedelissimo al materiale originale, ma viene esaltato da un lighting morbido che accentua le rotondità dei modelli tridimensionali (il medesimo approccio era risultato vincente per un altro celebre fumetto, reso famoso in animazione e riproposto in CG con I Puffi – Viaggio nella foresta segreta) . Tuttavia, come il soggetto, l'acting dei personaggi manca della personalità e della ricercatezza che permettevano al capitolo precedente di eccellere tra tutti gli altri prodotti animati, dove vezzi e manierismi più europei (se non propriamente francesi) regalavano freschezza al medium. Delude un po' che, per le gag slapstick, ci si accontenti semplicemente di uno stile fortemente snappy cartoon da manuale (per cui la Sony Pictures Imageworks è maestra) meravigliosamente realizzato, ma pur sempre privo di inventiva. Discorso a parte va fatto invece per la sequenza flashback in 2D, sotto forma di bozzetti animati, che racconta l'amicizia tra Panoramix e Sulfurix, ricca di estro e fantasia, che ci ricorda quanto bella e versatile possa essere la matita, che non rappresenta semplicemente un omaggio al passato, ma un mezzo per interessanti possibilità narrative. Del resto i Mikros Studios avevano già usato questo espediente in Sherlock Gnomes, per rappresentare i processi mentali del celebre investigatore, e anche lì, avevano dimostrato di sapersi distinguere soprattutto per l'animazione tradizionale.

Questo nuovo episodio dedica più spazio a uno dei comprimari per eccellenza della serie, Panoramix, e tale trovata permette di esplorare più a fondo il mondo della magia e dei druidi, pasticcioni e goliardi, volta ad ampliare sempre più l'universo che conosciamo. Novità a parte, la scrittura, nonostante non si basi direttamente su uno degli albi - prima volta dai tempi di Asterix e le dodici fatiche (1976) – dimostra di conoscere alla perfezione le dinamiche e i meccanismi delle avventure di questi galli anacronistici, riproponendo i sempre classici ed esilaranti topoi – i cinghiali e il sempre meravigliosamente accigliato Cesare – riferimenti pop, cameo di tanti personaggi secondari, aggiornandosi anche sul tema della parità dei sessi: la tradizione vuole che sia un druido maschio alla protezione di ogni villaggio; e se invece bisogna guardare oltre la schiera degli aspiranti ragazzi? Degno di nota il villain Sulfurix, che fa parte di quella lunga tradizione di cattivi che sanno essere comici e minacciosi allo stesso tempo (Ade di Hercules su tutti), che giganteggia –è il caso di dire – in un finale mirabolante sia per prodezze tecniche che per colpi di scena. Insomma, Astier e i Mikros Studios si confermano ottima squadra e scelta azzeccata in grado di raccogliere una pesante eredità, senza stravolgerla, ma rinfrescandola (in questo caso senza particolari guizzi) per riproporla al pubblico odierno in tutta la sua genialità.