TRAMA
Asterix e Obelix sono alle prese con un ragazzo veramente ribelle alle regole del campo, il giovane Menabotte. A complicare il lavoro arriva anche una tribù vichinga, capitanata dal grande Grossebaf, alla ricerca di qualcuno che abbia molta paura, convinto che con il terrore spuntino le ali.
RECENSIONI
Chi pensa che l'animazione tradizionale sia ormai obsoleta, si dovrà ricredere davanti alle nuove divertenti avventure di Asterix e Obelix. A rivitalizzare la saga, creata da René Goscinny e Albert Uderzo, ci pensano Jesper Møller e Stefan Fjeldmark, quest'ultimo già co-regista del riuscito Terkel in trouble, distribuito malamente in Italia nella scorsa stagione. Questa volta i due simpatici Galli devono vedersela con i Vichinghi, ma il fulcro della vicenda è nel tentativo di insegnare l'arte della guerra al pacifista Menabotte, nipote del capo del loro villaggio. La sceneggiatura affianca quindi l'avventura, risolta come al solito a suon di sganassoni, a un classico percorso di formazione che vede ancora una volta il pischello trasfomarsi in eroe, senza però che la sua personalità subisca tendenziose modifiche al testosterone. A Menabotte è affidato anche il ruolo di attualizzare la vicenda alla contemporaneità. Il giovane conosce infatti i balli di tendenza, ama la musica degli anni Ottanta e ha un piccione viaggiatore chiamato SMS che invia messaggi alle fidanzate picchiettandoli con il becco sugli alberi. Il contrasto che dà verve al racconto vede quindi i virili Asterix e Obelix alle prese con un ragazzo dalle motivazioni a loro ignote che sembra provenire dal futuro. Ovvio che la iniziale diffidenza si trasformerà poi in affetto reciproco. Al di là della storia, non certo originale ma ben condotta e piacevole, ciò che rende il film accattivante è la cura visiva. I protagonisti restano infatti fedeli al tratto dalle linee nette e dalle forme rotonde ormai entrato nell'immaginario e ogni personaggio gode di caratterizzazioni attente ai dettagli. Molto curata anche l'ambientazione e particolarmente fluida l'animazione, con la placida morbidezza di Asterix e Obelix efficacemente contrapposta al ritmo frenetico, ma non frastornante, dell'azione. Il felice risultato è frutto di una co-produzione franco-danese e ha richiesto 4 anni di lavoro, 1300 inquadrature diverse, più di 100.000 disegni e un budget di ben 22 milioni di euro. Scontato che l'obiettivo sia il mercato internazionale (non a caso la canzone dei titoli di coda è cantata da Céline Dion). Per una volta, però, la "grandeur" ha trovato un giusto compromesso, capace di aggiornare il 'mito' ai tempi senza annullarlo in nome di una presunta commerciabilità.
