Drammatico

ARTISTI SOTTO LA TENDA DEL CIRCO: PERPLESSI

Titolo OriginaleDie Artisten in der Zirkuskuppel: Ratlos
NazioneGermania Ovest
Anno Produzione1968
Durata104’

TRAMA

Figlia di un trapezista morto mentre si esibiva, Leni Peickert vuole fondare un circo sperimentale, moderno, scontrandosi con chi vuole dare al pubblico ciò che desidera. Per farlo ha bisogno di diventare una capitalista.

RECENSIONI

Dopo La Ragazza senza Storia, molto incentrato sulla nuova Germania capitalista, Kluge s’interroga sul ruolo dell’Arte nella società di massa (vincendo il Leone d’Oro a Venezia) con il suo inconfondibile stile in bilico fra finzione e documentario, dove la prima insegue il secondo e il secondo si insinua, anche gratuitamente per libere associazioni, per farsi narrazione. Apologo laconico ed ermetico dove lo stile mescola differenti fonti musicali, immagini di repertorio (l’apertura con “La giornata dell’arte tedesca” in presenza di Hitler, 1939), riprese del circo in azione, qualche riflessione volutamente assurda (il sesso degli astronauti), finte interviste da cinéma-vérité, voci fuori campo che si sovrappongono citando passi filosofici o declamando libri/giornali letti dalla protagonista, alternanza di colore e bianco nero, litografie antiche, cartelli con frasi estrapolate dalla carta stampata: in realtà, è l’allegoria del circo per il cinema (o l’Arte più in generale), quello “Nuovo” che Kluge contribuì a fondare, ad intrigare con un discorso affascinante quanto complesso, con ellissi-ambiguità anche scomode per lo spettatore. Non manca l’ironia che popolava gli esordi documentaristici di Kluge e si respira, nella forma del film, quella messa in atto dell’Utopia che rincorre anche la protagonista intenta a svecchiare le convenzioni.