TRAMA
Una famiglia alta poco più di dieci centimetri vive sotto le assi del pavimento di una vecchia casa. Un giorno la piccolissima quattordicenne Arrietty incontra casualmente il giovane Sho, un ragazzo di 12 anni in attesa di un’operazione chirurgica al cuore. Tra i due nascerà una profonda amicizia.
RECENSIONI
I "raccoglitori" sono piccole creature che vivono negli interstizi delle case degli umani. Sono alti poco più di dieci centimetri e derivano il loro nome proprio dal fatto che per vivere "raccolgono" oggetti di uso comune e piccole porzioni di cibo. Quando alle persone capita di ritrovare un cucchiaino in un posto diverso da dove ricordano di averlo appoggiato, o magari pensano che ci sia ancora dello zucchero mentre il barattolo che lo contiene è quasi vuoto, è segno che sono intervenuti loro, i “raccoglitori”. Dalla serie di racconti "I Rubacchiotti" (in originale "The Borrowers", appunto coloro che prendono in prestito), ideata dalla scrittrice inglese Mary Norton, lo Studio Ghibli sposta l'azione dall'Inghilterra degli anni '50 al Giappone contemporaneo. Hayao Miyazaki co-sceneggia insieme a Keiko Niwa, mentre la regia è affidata al giovane Hiromasa Yonebayashi, al suo debutto dopo una lunga esperienza come animatore. Il risultato è sorprendente per la grazia con cui riesce a fondere la bellezza dei disegni, fieramente bidimensionali, con la delicatezza del racconto, incentrato sull'incontro tra due differenti solitudini: una giovane "raccoglitrice" affamata di vita e un ragazzino dalla salute cagionevole, entrambi ospiti di una grande casa isolata nella periferia di Tokyo. Il percorso di formazione dei personaggi prevede una maturazione che evita grandi eventi risolutivi e prese di coscienza radicali, ma tallona i movimenti impercettibili del cuore. La piccola protagonista dovrà superare la paura del nuovo, del cambiamento, del diverso, la naturale diffidenza di chi vive sempre nell'ombra, mentre il ragazzo malato squarcerà il velo di indifferenza che lo circonda trovando una nuova amica in grado di dargli la forza per affrontare una difficile operazione chirurgica. Il loro incontro più complice segnerà anche il loro addio, ma l'esperienza lascerà un segno indelebile nelle loro anime. Un soggetto così magico, incline all'universo creativo di Miyazaki sempre attento ai ritmi della natura e in cerca di nuovi mondi paralleli in cui specchiarsi, nelle mani dello Studio Ghibli diventa una gioia per gli occhi e un tonico per il cuore. La cura per il dettaglio è infinitesimale, la fluidità dell'animazione sorprendente e la resa scenografica davvero stupefacente. La parte centrale poteva beneficiare di contrasti più riusciti (l'intralcio della signora che accudisce la casa si rivela assai goffo), ma qualche debolezza narrativa non inficia l'atmosfera di grande suggestione che si respira, capace, insieme alla pacatezza dei contenuti, di trasportare in un altrove dove è bello trovare rifugio.