Bellico

ARDENNE ’44: UN INFERNO

Titolo OriginaleCastle Keep
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1968
Genere
Durata107’

TRAMA

Alcuni militari americani si installano in un castello nelle Ardenne per fermare l’avanzata tedesca. Il maggiore va a letto con la moglie del conte impotente, il capitano è un’amante dell’arte e lo scongiura di cambiare postazione.

RECENSIONI

Il veterano sceneggiatore Daniel Taradash (Da qui all’Eternità, Picnic, I Morituri) è affiancato al più giovane David Rayfiel, “braccio destro” di lungo corso di Sydney Pollack che, con quest’opera e almeno fino agli anni ottanta, dà inizio al suo periodo artisticamente più felice, quello in cui, appunto, abbandona la “tradizione” (Taradash, per quanto all’avanguardia rispetto alla sua generazione) e abbraccia la new Hollywood, soprattutto nei temi controculturali e di contestazione: in un percorso che porterà a compimento nel successivo Non si Uccidono così anche i Cavalli?, Pollack inizia ad astrarsi dalla narrazione di tipo consolidato, mischia i registri, parla d’altro. In questo caso, l’apologo non è esattamente centrato, forse per la presenza di Burt Lancaster e del suo personaggio che, volente o nolente, simboleggia le ragioni della guerra, della vittoria come bene superiore: un tira-e-molla con la regia che, al contrario, posiziona in ogni dove il suo messaggio antimilitarista, con caratteri (il panettiere di Peter Falk) da “Fate l’amore e non la guerra” e con le ragioni dell’Arte in primo piano (dialoghi letterari metaforici: il conte si dichiara nemico delle fazioni in campo e custode, intuiamo, della bellezza del passato). Il maggiore di Lancaster è l’eroe che salva la bella e non la bellezza ma il suo sacrificio, quello dei suoi uomini e di opere inestimabili pare del tutto vano. Bersaglio (sottotesto) mancato, ma buon tentativo di realizzare un film di guerra con accenti grotteschi, da commedia e onirici (splendido il bordello in rosso, organizzato come un tunnel da Luna Park cullato da un carillon), fra soldati che scherzano in continuazione, ralenti sulla distruzione di chiese e statue, e assedio di tipo medievale finale al castello, con tanto di scale sulle mura (quelle dei furgoncini dei pompieri). Lo stesso anno, con toni e modi completamente diversi, uscì un altro film bellico sulla Seconda Guerra Mondiale con americani in un castello straniero, Guerra, Amore e Fuga.