Drammatico, Recensione

ANIMA E CORPO

Titolo OriginaleBody and soul
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1947
Durata100’
Sceneggiatura

TRAMA

Charley Davis, anche contro il volere della madre, è fermamente deciso a diventare pugile: arrivano le prime vittorie e le prime conoscenze di tipi poco raccomandabili, fra cui il promoter Roberts, che lo porta sulla cattiva strada.

RECENSIONI

Robert Rossen affronta la seconda regia, dopo A Sangue Freddo, nell’anno in cui Jack L. Warren lo denuncia come iscritto al Partito Comunista: guarda caso, cavalca la sceneggiatura di quell’Abraham Polonsky che, l’anno successivo, girerà Le Forze del Male e che, nel 1951, finirà nelle Liste Nere non potendo lavorare per quasi vent’anni. Da ex-pugile professionista, conosce l’ambiente che descrive (l’incontro decisivo è girato magnificamente) e restituisce, cifra stilistica di tutto il suo cinema, un impressionante quadro realistico immerso in atmosfere moralmente cupe, dove si annida sempre la denuncia e l’impegno umano-civile. Non solo, Rossen era enormemente dotato anche a livello figurativo e di messinscena: i punti di inquadratura, i tagli dei chiaroscuri, la composizione delle scene, tutto è propedeutico a un’idea di cinema potente ed efficace nel restituire la tragicità dei passaggi più drammatici. Nella ferocia del sottobosco in cui ruota la disciplina sportiva del pugilato e in cui finisce l’essere umano innocente o ingenuo, ognuno può cogliere l’allegoria (politica) che vuole. La costruzione drammaturgica è impeccabile e rischia molto nel costruire un lungo flashback a partire dal finale, lasciando intendere allo spettatore in anticipo come andrà a finire. Ottimo John Garfield. Aiuto regista pronto a immagazzinare i dati per il futuro: Robert Aldrich.