TRAMA
Ibiza 1990. Jo è un dj e un compositore musicale di venticinque anni, viene da Berlino. Martha è una donna che ha vissuto da sola nella sua casa di fronte al mare per quaranta anni.
RECENSIONI
Ritornando ad Ibiza (dove esordì dietro la macchina da presa con More) dopo più di quarant'anni, Barbet Schroeder firma uno straordinario apologo sulla Germania, sulla condanna all'incapacità di fare i conti col proprio passato e sul cronico mancare l'appuntamento con la Storia, ovvero con quei decisivi momenti di transizione (1945, 1989...) che finiscono fatalmente per rimanere irrisolti. La condizione tedesca, sembra dirci Schroeder con questa ambigua amicizia tra un giovane teutonico aspirante DJ e un'ormai attempata connazionale sull'isola iberica nel 1990, è l'esilio, e segnatamente l'esilio in una sorta di limbo post-romantico (poteva essere altrimenti?) sospeso esattamente a metà tra il sublime e il kitsch. Ciò che fa la forza di Amnesia è la visualizzazione di questo limbo, rispetto alla quale Schroeder fa tesoro di quell'altro suo superlativo esperimento digitale che fu La vergine dei sicari (2000): usando per la prima volta una videocamera a risoluzione 6K in un film europeo, Luciano Tovoli (non certo uno di passaggio) trova una tavolozza miracolosamente iperreale e insieme irreale, correlativo perfetto dello spaesamento perpetuo vissuto dai protagonisti, di un esotismo imbarazzante ma dannatamente serio.