Biografico, Drammatico, Recensione, Sala, Sentimentale

AMMONITE

TRAMA

Mary, una paleontologa, vende fossili comuni ai turisti per supportare la madre malata. Tuttavia, un’offerta di lavoro cambia la sua vita quando un visitatore la assume per prendersi cura di sua moglie, della quale Mary si innamora.

RECENSIONI

Nell’Inghilterra vittoriana di metà Ottocento due donne s’incontrano, e si amano. Sono due figure storiche - la misconosciuta pioniera della paleontologia Mary Anning (Kate Winslet) e Charlotte Murchison (Saoirse Ronan), moglie d’uno dei fondatori di quella Geological Society of London che, nonostante le eccezionali acquisizioni della ricercatrice, ne attese la morte prima di conferirle l’onore di un elogio stampato su carta - ma potrebbero essere altresì personaggi di pura finzione. Perché la storia, nell’opera seconda di Francis Lee, resta risolutamente ai margini del quadro:  più che ripercorrerla, magari con intento risarcitorio, al regista di La terra di Dio – God’s Own Country interessa riscriverla, reimmaginarla, ricostruirla attorno a un’ipotesi alternativa di realtà (The World to Come si intitolava, non a caso, la storia d’amore queer  presentata da Mona Fastvold alla 77a Mostra di Venezia). Farne materia viva per un mélo che, come tale, possa arrogarsi il diritto di esulare dalle fonti (insufficienti tanto per confermare quanto per smentire l’ipotesi dell’omosessualità della scienziata, anche se l’evidenza dev’esser sfuggita ai suoi discendenti, prontamente sul piede di guerra nei confronti del film...). Dell’attività a cui Anning, con caparbia abnegazione, ha dedicato tutta una vita conta soprattutto il portato simbolico, che Lee disvela insistentemente, filmando negli sguardi e nei gesti trattenuti non l’irrompere improvviso della passione ma il lentissimo decantare di un sentimento, il paziente lavorio del tempo che conduce le due donne, differenti e complementari nei corpi, nelle ambizioni (una maternità dolorosamente mancata, un’altra rifiutata con fermezza) e –  soprattutto  - nel tessuto sociale di provenienza, a trovarsi e riconoscersi, scavando l’una dentro l’altra per portarsi reciprocamente alla luce. E, finalmente, fronteggiarsi, come nel finale al British Museum, che vede le due protagoniste guardarsi attraverso il vetro - ostacolo e lente insieme - di una teca in cui sono custoditi i reperti sottratti ad Anning da un mondo a misura di soli uomini. La stessa teca in cui Ammonite, a dispetto del loro vitalismo, finisce per rinchiudere le ottime interpreti, limitandosi a confezionare - con un rigore che rasenta l’artificio - quello stesso mondo che si proponeva idealmente di rifondare.