Recensione, Sperimentale

ALTAR

NazionePortogallo
Anno Produzione2002
Durata69'

TRAMA

Un attore recita passi da Hermann Hesse e altri mentre si succedono citazioni pittoriche e musicali.

RECENSIONI

“Immagini talmente mute che, guardandole, mi sembra di aver chiuso gli occhi”. Questa la “frase di lancio”, nonché tormentone ciclico, del film. Beh, non so se si tratti di un’affermazione “autoreferenziale” della regista  Rita Azevedo Gomes, ma di certo è questo l’effetto che, a posteriori, mi suscita il ricordo di Altar. Come se avessi chiuso gli occhi (ma soprattutto le orecchie), del film non ricordo praticamente nulla, se non la noia, la smania, la stizza, la rabbia che mi spingevano (me, ateo convinto) a pregare dio che i 75’ finissero il più velocemente possibile. Vaghe memorie: catalettiche digressioni sulla pittura, con lenti movimenti di macchina su tele a me ignote, dialoghi incomprensibili e inconcludenti, colmi di citazioni, filo conduttore della storia/vicenda/flusso inesistente. Certo, ripeto, scrivo sulla base di reminescenze poco attendibili, ma una cosa la posso dire con certezza: è stata una delle esperienze più estenuanti che ho mai fatto in una sala cinematografica.