TRAMA
Rod gestisce a Chicago un piccolo negozio di dischi insieme al timido Dick e all’irruente Barry. Rod e’ appena stato lasciato da Laura dopo anni di convivenza. La solitudine e l’insoddisfazione obbligheranno Rod a un lungo esame di coscienza in cui dovra’ interrogarsi su se stesso, i suoi amori e i suoi amici. Sara’ l’occasione per capire cosa vuole realmente dalla vita. Il tutto molto piu’ ironico (almeno nel romanzo) e meno tragico di come l’ho presentato.
RECENSIONI
Nel romanzo di Nick Hornby non ci sono grandi avvenimenti, ma una personale e perspicace descrizione della quotidianita' di Rob, un poco piu' che trentenne che non riesce a crescere e non vuole farlo. Tutto il libro e' basato sulle sue divertenti elucubrazioni in cui analizza in modo spietato la realta' che lo circonda, sviscerando con arguzia stati d'animo e sensazioni. Stephen Frears sposta l'azione da Londra a Chicago e per rendere i pensieri di Rod - interpretato da un John Cusack ancora piu' spocchiosetto del suo alter ego letterario - lo fa parlare direttamente con lo spettatore. Lo stratagemma non funziona tanto, in quanto le parole, che scorrono a fiumi, non sono supportate dalle immagini. Ed e' curioso notare come il film, pur seguendo spesso alla lettera il romanzo, non riesca a trasmettere la stessa verve. Le immagini scorrono piacevoli ma imbalsamate, senza che si abbia il tempo e la voglia di afferrarle. Si sorride qualche volta, grazie soprattutto ai due commessi del negozio di dischi, ma con poca incisivita' e l'unica sequenza davvero divertente risulta l'incontro tra Rod e il nuovo fidanzato di Laura (un Tim Robbins un po' gigione). Unica sequenza, tra l'altro, in cui il cinema descrive i pensieri di Rod senza per forza raccontarli.