TRAMA
Un investigatore privato viene sedotto da una donna bizzarra ed instabile, che lo convince a riaprire un caso di omicidio in cui è stato condannato un innocente.
RECENSIONI
Brutto film, posticcio come il parrucchino indossato da Nick Nolte: stupisce che porti la firma di Karel Reisz, già poco prolifico, e che segni il ritorno alla sceneggiatura (dopo Gli Spostati di John Huston) del drammaturgo Arthur Miller, il cui script (tratto dalla commedia "Some kind of love story") si riduce a rimpinguare le fila dei tanti gialli a scatole cinesi, inventandosi una protagonista schizoide per centellinare le informazioni, giustificare i buchi esplicativi e i colpi di scena. Nella drammaturgia è la noia a sostituire la suspense, mentre confusione e incoerenza abbattono a fucilate la solidità: nessun climax, solo poltiglia informe. Gli autori paiono indecisi se realizzare un’opera commerciale o d'autore mascherata da film di genere: ottengono ritmo a singhiozzo, comunicativa piatta, tiepido approfondimento psicologico dei personaggi.