Fantascienza

ALITA

Titolo OriginaleAlita: Battle Angel
NazioneU.S.A., Canada, Argentina
Anno Produzione2019
Durata122'
Fotografia
Musiche

TRAMA

Anno 2563. La Terra è stata devastata dall’ultima grande guerra combattuta più di 300 anni or sono: “La Caduta”, nella quale l’U.R.M (Unione delle Repubbliche di Marte) lasciò intatta solamente Zalem, l’ultima delle città sospese. Sotto di essa si estende la Città di Ferro, prosperata attorno alla discarica dei rifiuti provenienti da Zalem. Alita è una cyborg che ha perso tutta la memoria del suo passato, la cui testa viene casualmente trovata dal medico Dyson Ido rovistando nella discarica della suddetta Città di Ferro. (Da Wikipedia)

RECENSIONI

Alita ha tutti i crismi del film faticoso, dalla gestazione complicata, che avrebbe potuto essere ma non è, col contorno del fascino obliquo da Grande Film Malato. Quasi. Rimasto nel cassetto di Cameron per una ventina d’anni, esce oggi, diretto da Robert Rodriguez, questa origin story monca, che potrebbe dare inizio a una saga ma chissà come andrà a finire. Il primo problemino è che, da un punto di vista narrativo, Alita nasce vecchio. Ora, lavorare sugli archetipi sempreverdi è un marchio di fabbrica di James Cameron (che scrive la sceneggiatura insieme a Laeta Kalogridis) ma in questo caso l’obsolescenza è più marcata che altrove perché non ci si appella a una certa classicità drammaturgica (Titanic, Avatar). Semplicemente, il cyberpunk, nel 2019, sa di vecchio e il déjà vu evocato odora di muffa, più che di nostalgia (non va poi dimenticato che il manga originario, di Yukito Kishiro, è del 1990).

Se però si soprassiede sul senso di vecchiume fantascientifico che pervade il tutto, ci si potrebbe anche accorgere che Alita non è malaccio. Archiviata la parte preparatoria, verbosa e derivativa, Rodriguez mostra polso sicuro nelle sequenze di azione che tiranneggiano la seconda metà del film. Si tratta di una regia molto fisica, pur se affogata nel digitale, che mantiene intelligibilità anche nei momenti più concitati e accarezza i territori dell’Epica Action (grazie anche al contrasto grafico tra le delicate fattezze della protagonista e la sua furia combattiva). A conti fatti, forse, il modo giusto per godersi il film è questo: affrontarlo come una risaputa storiella cyber, con una protagonista (non solo tecnicamente) stupefacente, citazionista al punto giusto (da Pinocchio a Rollerball passando per ovunque) e girato complessivamente meglio della media degli action omologhi degli ultimi 20 anni (Marvel Movies compresi). Non è poco.