ALIEN VS. PREDATOR 2

Titolo OriginaleAlien Vs. Predator: Requiem
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2007
Genere
  • 66649
Durata86'
Sceneggiatura
Fotografia
Montaggio

TRAMA

L’astronave con a bordo l’ibrido Predator-Alien, e molti “ragni fecondanti”, finisce sulla terra, con tutte le conseguenze del caso. Un Predator annoiato, una volta appreso l’accaduto, decide che un po’ di caccia è proprio quello che ci vuole e lascia in fretta e furia, da solo, il suo inospitale pianeta…_x000D_

RECENSIONI


Mi permetto, preliminarmente, di rimandare gli eventuali interessati alla recensione del primo capitolo del dittico, che riassume “la storia” dello scontro tra i N/Mostri e contiene considerazioni di carattere generale/introduttivo sulla tenzone aliena che sarebbe inutile ripetere qui. Letto? Bene. Alien Vs Predator: Requiem (AVPR) riparte esattamente dal finale del film di Anderson e chiarisce che sarà proprio l’ibrido tra le due creature il protagonista del sequel. La cosa non dispiace: quello che sembrava un dozzinale coup de théâtre finale, perfino simpatico nella sua kitsch-itudine oltranzista, diventa addirittura il primo mobile di tutto il secondo capitolo, con conseguente, definitiva deriva trash. Non esattamente, purtroppo. Una tale scelta di campo avrebbe senz’altro giovato all’operazione rendendola – fuori tempo massimo, s’intende – assai (post)contemporanea. Pienamente autorizzati dalla natura stessa di sequel e dai presupposti originari di comprovato infantilismo cinefilo (è più forte Alien o Predator? – un po’ come a dire, in altri campi – Hulk o La Cosa? Goldrake o Mazinga? Master Chief o Samus Aran?) gli esordienti fratelli Strause avrebbero cioè potuto sbracare e confezionare un prodotto “esagerato” in una qualunque direzione tra le molte possibili (ultra-gore, ultra-ironico, ultra-autoreferenziale, ultra-pacchiano, ultra-…). Ma non l’hanno fatto. Hanno anzi girato un film altalenante che fa proprio della perenne indecidibilità il suo marchio di fabbrica: l’idiozia della sceneggiatura non è tale da sconfinare nel metacinematografico-(auto)parodico; i rimandi interni alla/e saga/ghe non vanno mai fino in fondo (es.: quella che sembra destinata a diventare la nuova Ripley non avrà abbastanza spazio per diventarlo e la replica della mitica corsa sul furgone corazzato di Aliens viene solo accennata per essere abortita sul nascere); perfino il gore sembra distribuito a casaccio, senza criterio, e si passa dall’apparente accelerata iniziale (il “parto toracico” del bambino) alla calma piatta centrale (fuori campo, stacchi “sul più bello”) ai nuovi picchi finali (la fecondazione della partoriente, con esplosione multigemina aliena/predatoria, senz’altro responsabile di quel V.M.18 in via d’estinzione). Se a questo si aggiunge che anche ai puerili istinti del fanboy dentro molti di noi non viene dato adeguato sfogo (il presunto clou, gli scontri tra le creature, sono in definitiva pochi, poco epici e fotofobici), ci si è fatti un’idea di quanto AVPR sia operina inutile sì, ma anche assai poco “divertente”, a tutti i livelli.