Animazione, Recensione

ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE

Titolo OriginaleAlice in Wonderland
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1951
Durata75’

TRAMA

Alice, annoiata, nota e segue un coniglio parlante fin dentro una buca che la porta in un mondo colmo di strane creature.

RECENSIONI

La carriera di Walt Disney era segnata dai testi di Lewis Carroll: dal 1923 al 1927 aveva creato le Alice Comedies (in parte live action) e, nel 1936, il suo Topolino era protagonista del cortometraggio carrolliano “Lo Specchio Magico”: adattando in lungometraggio “Alice nel paese delle meraviglie” e “Attraverso lo specchio”, con una lavorazione iniziata nel 1946, si affida alle logiche del Sogno con gli strumenti dell’Arte, per un incessante susseguirsi di invenzioni e simpaticissimi, folli personaggi, alla ricerca di una fantasia buffa in musical, tradendo e preservando, al contempo, scene, umorismo e lirica dei poemi (nei testi delle canzoni) dello scrittore e del suo illustratore John Tenniel. Alla sua uscita, il film non ottenne il successo sperato e fu ripresentato tre anni dopo, in forma ridotta, nel serial televisivo antologico Disneyland, diventando in seguito di culto anche per la generazione “psichedelica” degli anni settanta. Gli autori, infatti, puntano più sullo strambo e inoffensivo viaggio lisergico di Alice che sui sentimenti coinvolti e questo, forse, ha disatteso le aspettative del pubblico (mentre la critica storceva il naso per l’infedeltà all’originale). La creatività beneficia dell’accumulo in un universo volutamente disordinato: non appare disomogeneo, infatti, l’evidente marchio lasciato dai tanti direttori dell’animazione, ognuno con un suo personaggio (un capolavoro d’immaginazione lo Stregatto, uno spasso le sequenze con il Cappellaio Matto, di beata dissennatezza la parte con il Brucaliffo fumatore).