Drammatico, Recensione

ALEX

NazioneFrancia
Anno Produzione2005
Durata100'

TRAMA

Alex, giovane donna forte e indipendente, vuole ottenere la custodia di Xavier, suo figlio. Per guadagnarsi da vivere si divide tra l’impiego in un supermercato e il lavoro in un cantiere. Sta infatti faticosamente restaurando una casa in rovina nei sobborghi di un villaggio isolato per andarci a vivere con il figlio.

RECENSIONI

Una donna alla finestra

Alex è una giovane donna con un passato problematico che sta cercando di costruire a piccoli passi quell’equilibrio che, per mancanza di volontà o per i casi della vita, non è mai riuscita a raggiungere. Ha un figlio già adolescente che vive con il padre. Il suo sogno è recuperare il proprio ruolo di madre andando a vivere con il figlio in una vecchia casa da risistemare che ha affittato in montagna. La casa rappresenta il duro percorso che Alex deve intraprendere per dare una svolta alla sua vita. All’inizio del film è inospitale, distrutta, squallida e la stessa Alex non è nella condizione psicologica per approntare il cambiamento: ha un vuoto interiore che non è ancora in grado di riempire. Nel corso del film, però, qualche cosa cambia, fino ad arrivare a un finale, non proprio ottimistico, ma comunque carico di speranza e con piccole tracce di colore, sia nella casa, che nella vita della protagonista. Il film del francese Josè Alcala ha avuto una preparazione molto lunga, con numerose sedute di confronto, tra il regista e l’attrice, che hanno portato la protagonista a evolversi e a mutare. Il risultato ha sicuramente beneficiato di questo cammino di studio e documentazione, perché il personaggio di Alex è credibile e per nulla stereotipato. Nessun cliché viene applicato nella sua caratterizzazione. Alex vive di contraddizioni: ha una personalità forte ma è profondamente fragile, vuole stabilità ma la teme, ha un disperato bisogno di soldi ma non è attaccata al denaro, desidera vivere con il figlio ma per anni non lo ha nemmeno voluto vedere. E sono proprio le contraddizioni a regalare verità al personaggio e a stabilire una forte empatia senza il bisogno di scendere a compromessi narrativi ricattatori. La sceneggiatura elabora con sottigliezza l'evoluzione di Alex e diventa un perfetto esempio di storia, vista e stravista, raccontata con una sincerità che la rende nuova e universale. Ma la riuscita del film è dovuta anche all’interpretazione di Marie Raynal, in totale simbiosi con Alex e lontana da qualsiasi forzatura tesa a stimolare un giudizio, che sia di condanna o di accettazione. Riesce a vestire l’anima del personaggio prendendone la necessaria distanza e dandole una vita propria che sullo schermo diventa estrema naturalezza.