TRAMA
Un gruppo di terroristi del Kazakistan s’impadronisce dell’aereo presidenziale (Air Force One) e richiede la liberazione del generale Radek, un dittatore. Credono che il presidente sia fuggito, in realtà è a bordo e dà battaglia.
RECENSIONI
Harrison Ford for President: l’attore, feticcio eroico, bello, aitante, onesto, è l’uomo ideale. Rambo for President: non il solito politicante da scrivania, ma un reduce del Vietnam che attua in prima persona la politica estera più dura contro gli oppositori della Democrazia, al motto “Non arrendersi mai”, anche se ci sono vittime e ostaggi (del resto, mette a rischio anche la propria famiglia). Epica a mezz’aria e classico dramma aereo con terroristi che funziona a livello spettacolare: il regista conosce alla perfezione il linguaggio del montaggio (che predilige ai movimenti di macchina), quello dell’action con climax d’effetto (adrenalinica la sequenza in cui i kazaki s’impadroniscono del velivolo), ha familiarità con thriller presidenziali (Nel Centro del Mirino) e luoghi chiusi (U-Boot 96), ma non ha nozione dell’auto-ironia di Die Hard e segue pedissequamente una sceneggiatura/produzione che pretende l’autocelebrazione patriottica mentre esagera in acrobazie e imprese fumettistiche fra guerriglie, atti da kamikaze (si sacrificano per salvare il Best Man!), esplosioni, e antagonisti perfidi (Gary Oldman). Ogni passaggio è buono per rimarcare che gli Stati Uniti, incarnati da Harrison Ford, perseguono la giustizia, difendono la famiglia, non cedono ai ricatti, fanno tremare i vili, parlano col cuore e/ma sono machi: fra tante fanfare e retorica politica destroide, l’eroismo veicolato è solo quello contro i nemici della patria che non condividono gli stessi valori su cui si fonda l’Impero, e diventa ridicolo. Si rimpiangono (!) i meno faziosi e grossolani film di propaganda anni quaranta/cinquanta, o il precedente Independence Day, con simile presidente combattente.
