TRAMA
Un bigotto odia ebrei, neri e asiatici e si ritroverà nei loro panni. In una casa di cura, gli abitanti più anziani imparano che le loro menti possono mantenerli giovani. Un viaggiatore investe un ragazzo in bicicletta con la sua auto e lo porta a casa. Uno scrittore ha paura di volare e vede una creatura mostruosa che distrugge i motori dell’aereo.
RECENSIONI
Tre episodi su quattro sono remake della serie televisiva ideata da Rod Serling, da cui tornano parecchi volti noti, ma il progetto di Steven Spielberg di omaggiarla con un’attualizzazione fallisce in gran parte. John Landis firma il prologo con Burgess Meredith, Albert Brooks e Dan Aykroyd, e il primo episodio Time Out con Vic Morrow, l’unico con soggetto originale, su di un inguaribile razzista che vive in prima persona i più gravi episodi di intolleranza della Storia. A parte l’infausto destino che ha maledetto il set portandosi via le vite, in un incidente d’elicottero, di Vic Morrow e di due bambini vietnamiti, l’episodio è debolissimo nella sua scontata struttura edificante. Lo stesso Spielberg firma il secondo episodio Kick the can con Scatman Crothers, remake di un originale di Lamont Johnson del 1962 inedito in Italia, sugli ospiti di un ospizio che tornano bambini: pre - Cocoon, è un tipico prodotto dello Spielberg più schematicamente sentimentalista. Finalmente, Joe Dante risolleva le sorti di tutto con It’s a good life con Kathleen Quinlan, remake di un originale omonimo (in Italia: “Un piccolo mostro”), dove una donna fa la conoscenza di un bambino con poteri paranormali. Ben scritto e diretto, crea suspense e tensione, onorando le creature di Rod Serling. George Miller, dal canto suo, si scotta un poco, ma se la cava dignitosamente, affrontando il rifacimento di uno degli episodi più celebri, Nightmare at 20.000 feet, scritto da Richard Matheson e diretto nel 1963 da Richard Donner (inedito in Italia).