TRAMA
Agnese, novizia di un convento di clausura fuori Montreal, è accusata di aver strangolato il suo neonato. La psichiatra Martha Livingston indaga per il tribunale, incerta se si trova di fronte a un’inferma di mente, un’ingenua o una santa.
RECENSIONI
Intrigante, doloroso racconto in giallo, forte del delineamento psicologico della peculiare protagonista (Meg Tilly) e del tema dello scontro fra mondi/culture differenti (Jane Fonda e Anne Bancroft: metodi scientifici versus fede e misticismo): il drammaturgo che l’ha ideato per il palcoscenico vincendo un Tony Award, John Pielmeier, firma anche una sceneggiatura dove la claustrofobia perde i suoi spazi ma non le sue matrici mentali intrise di mistero, teologia e psicologia. Norman Jewison, alle prese con un’altra acclamata pièce dopo Storia di un Soldato, si limita ad aggiungere al testo teatrale sguardi interni ritualistici ed esterni naturali, esaltati dalla magnifica e spiritualmente inquietante fotografia di Sven Nykvist. Ma ha per mano tre eccellenti attrici principali che contribuiscono, con la loro bravura, a gettare lo spettatore in una conturbante atmosfera sospesa fra Sacro e Profano, per quanto l’indagine al contempo criminale, mentale e religiosa confonda talmente i campi da non fornire risposta (volutamente?) in nessuno.
