TRAMA
Futuro: l’agente segreto Lemmy Caution, sotto mentite spoglie, giunge ad Alphaville, cittadina tecnocratica governata dal cervello elettronico Alpha 60, dove sono bandite le arti e l’amore.
RECENSIONI
Jean-Luc Godard riprende e amplia gli spunti estetici contenuti nell’episodio ‘Il Nuovo Mondo’ di RO.GO.PA.G., per una fantascienza filosofica, a basso costo e con matrici grottesche che sarà d’ispirazione per molti autori indipendenti a venire, portati a riflettere sul percorso ultimo dell’essere umano e non sulla tecnologia con cui ricostruire interi universi. È fra le sue opere più amate dal pubblico, anche perché intellegibile nelle sue tracce di genere (fantascienza e noir) e nella drammaturgia lineare, pur non mancando il genio ironico della destrutturazione e un erotismo scomodo (in Italia fu distribuita con tagli di scene osé e di segmenti poetico-intellettuali: va recuperata la versione integrale uscita in DVD per la Criterion). L’autore prende in prestito il Lemmy Caution anni quaranta dello scrittore Peter Cheyney e gli stilemi da B-movie hollywoodiano (bianco e nero, tipi duri, musiche thrilling) per stagliarli nel futuribile sfruttando gli edifici parigini più moderni, e il suo racconto condanna la tecnocrazia, la logica che elimina l’incomprensibile, l’indefinibile e il non riducibile, ovvero il frutto di arte e amore, di una lacrima, della poesia (per guarire l’amata e bellissima Anna Karina, Lemmy Caution le fa leggere “Capitale del dolore” di Paul Éluard). Ripesca anche Eddie Constantine, che aveva già interpretato l’agente segreto per Bernard Borderie, e lo cala nella figura di un duro spassoso per come maltratta le donne, spara prima di chiedere e cita Pascal per rimarcare la propria umanità (Alpha 60, invece, preferisce Borges).
