Recensione, Spionaggio

AGENTE 007 – THUNDERBALL

Titolo OriginaleThunderball
NazioneU.K.
Anno Produzione1965
Durata132’

TRAMA

James Bond è incaricato di localizzare la base della Spectre dove è custodito un bombardiere con ordigni atomici, con cui la malvagia organizzazione ricatta il mondo.

RECENSIONI

Il quarto capitolo della saga bondiana è il preferito da Sean Connery e spinge più che mai sul budget (il più costoso dei quattro), gli effetti speciali (Oscar a John Stears), le sequenze iperboliche in cinemascope, i gadget (inventati da Ken Adam), l’esotismo (da citare le scene durante il Junkanoo, il carnevale delle Bahamas), l’erotismo e gli stunt (famose le sequenze subacquee con consulenza di Ivan Tors, produttore esecutivo del serial Flipper: sono richiamate anche dagli splendidi titoli “disegnati” da Maurice Binder), diventando un’opera seminale per le traiettorie da seguire in futuro, poco amate dal regista Terence Young che, purtroppo, non dirigerà altre puntate, essendosi accorto che il Luna Park stava prendendo il sopravvento sulla componente umana, da lui espressa anche con inusitate scene di violenza (disse: “Dopo Thunderball i produttori non avevano bisogno di un regista, quanto di un laureato del M.I.T. per controllare gli strumenti tecnologici”). Il romanzo di base di Ian Fleming prendeva le mosse da un soggetto cinematografico del 1958 scritto con Kevin McClory e Jack Wittingham che, rivendicandone la paternità, poterono girare anni dopo il rifacimento Mai dire Mai. Fu un successo mondiale, anche per la titletrack di Tom Jones su note di John Barry, e per un cattivo da antologia con benda sull’occhio (idea dello stesso Young), interpretato dal grande Adolfo Celi.