Proibiti, Thriller

ACCIDENT

Titolo OriginaleYi ngoi
NazioneHong Kong
Anno Produzione2009
Genere
Durata89'
Fotografia
Costumi

TRAMA

[Film non uscito nelle sale italiane] Sedicente “coreografo di scontri automobilistici”, il Cervello è un killer che uccide le sue vittime intrappolandole in “incidenti” ben organizzati che appaiono come casi sfortunati ma sono in realtà scene del crimine architettate alla perfezione. Tormentato da un costante senso di colpa, il protagonista è anche morboso e diffidente per natura, e la valanga di ricordi della moglie perduta recentemente non gli rende certo le cose più facili. Una missione fallisce accidentalmente e uno dei suoi uomini perde la vita: il Cervello si convince che l’incidente fosse intenzionale: da qualche parte c’è qualcuno che complotta per assassinare lui e la sua squadra. Mentre l’uomo procede lungo il precario confine che separa la realtà dall’ossessione, la sua paranoia aumenta.

RECENSIONI


Pou Soi-Cheang, sotto l’egida della Milkyway di Johnnie To, sbarca al Festival di Venezia con un ritratto straziante in forma noir: il topos fondante del genere, il tentativo di ridurre la realtà a schema leggibile e manipolabile, si trasfigura nella capacità paradossale del protagonista (e della sua crew) di organizzare presunti incidenti per compiere i propri compiti da sicario; fino a che, a rigor di canone, il meccanismo non si inceppa. Ma anche di fronte alla propria resa il Cervello s’ostina, ossessivamente nega le logiche dell’entropia, preferisce cercarne di altre, preferisce cedere al presentimento di un complotto, orchestrato (per l’appunto) contro di lui. La pretesa del raziocinio trova nell’apparato tecnologico una protesi quasi astratta; nessuno dei killer si sporca le mani nei balletti mortiferi concepiti dal protagonista: è una presunzione impalpabile, piega al proprio gioco il destino, non ammette sconfitta, nasconde l’incapacità di accettare la morte della persona amata, l’impossibilità di elaborare un lutto (perché giocando con la vita altrui non se ne riconosce il valore). Il solidissimo, asciutto, spettacolare impianto generico (facile scommettere su un prossimo remake statunitense che ne declini a modo suo l’ansia paranoica) si salda perciò agli spettri del personaggio principale, divenendo la narrazione il mezzo di uno scandaglio introspettivo necessariamente legato all’azione: le vie del facile psicologismo non sono nemmeno prese in considerazione. Echi di Coppola e De Palma, evidente l’influenza di To (a partire dalla visione alienata della morte, un lavoro come un altro, che caratterizza la manovalanza mafiosa). Inappuntabile.