Azione, Giallo, Recensione

A WORLD WITHOUT THIEVES

Titolo OriginaleTian xia wu zei
NazioneCina, Hong Kong
Anno Produzione2004
Durata113'

TRAMA

Wang Bo e Wang Li fanno coppia sia nella vita che nelle estorsioni di alto livello. Dopo l’ultimo colpo andato a buon fine si avventurano in una traversata della Cina in treno. Nel viaggio incontrano anche Root, un ragazzo ingenuo e innocente, e una banda di ladri di elevata professionalità capeggiati da Zio Hu Li.

RECENSIONI

In questo mondo di ladri

Il re del botteghino cinese Feng Xiaogang, al suo settimo lungometraggio, costruisce una sorta di apologo morale in cui Bene e Male si fronteggiano su un treno che attraversa il paesaggio roccioso della Cina Occidentale. Nel microcosmo che corre sui binari il perno è un ragazzetto ingenuo che lavora ristrutturando templi e che ritorna al paese natio con un notevole gruzzolo per cercare moglie e mettere su famiglia. A contenderselo, un lui ladro per passione, una lei in odore di redenzione e un team di professionisti specializzati in sfide impossibili. Non manca poi l'infiltrato della polizia e nemmeno un gruppetto di outsiders svitati. Uno dei massimi successi commerciali dell’anno in Cina è un film di puro intrattenimento che fa leva sull’eleganza formale, con una regia molto attenta alla fluidità dei movimenti di macchina e abile nello sfruttare in modo spettacolare gli spazi ristretti del treno, teatro quasi esclusivo del pur frenetico racconto. Purtroppo alla innegabile professionalità tecnica è abbinata una sceneggiatura in cui le pretese filosofiche si scontrano con personaggi che non sfuggono alla macchietta: il ladro simpatico, la donna forte (sia redenta che malvagia, comunque ribelle), l’ingenuo inconsapevole di tutto ciò che gli ruota intorno e un cattivo di cui sembra non si possa fare a meno. Con grande senso del ritmo e punti di vista accattivanti la vicenda si stiracchia più per gioco che per necessità, riuscendo comunque a ispirare simpatia. Le gag si susseguono con brio lasciando poco spazio alla psicologia dei personaggi, prigionieri dei ruoli bidimensionali imposti dalla sceneggiatura. Dialoghi al limite del ridicolo, infarciti di simbologie spicciole (il lupo e l’agnello ricorrono più volte per identificare i ladri e la vittima prescelta), banalizzano ulteriormente le già deboli implicazioni morali della storia. Costruito per compiacere il pubblico orientale grazie alla presenza di  tre star del mondo cinematografico di lingua cinese (Ge You dalla Cina continentale, Andy Lau da Hong Kong e René Liu Ruo-ying da Taiwan) il film abbina Hollywood alla tradizione, unendo azione, sentimenti e religione. Il frullato che ne deriva solletica gli occhi ma eccede negli zuccheri, rivelandosi un perfetto "hesuipain", cioè un film commerciale costruito ad arte per la distribuzione natalizia. Unica eccezione l’assenza di lieto fine, passaggio ritenuto necessario per allietare le masse in cerca di conforto da shopping e libagioni, astutamente sostituita da un pensiero positivo in saldo.