Drammatico, Recensione

A PROVA DI ERRORE

Titolo OriginaleFail safe
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1964
Durata110’
Sceneggiatura

TRAMA

È prassi che i bombardieri atomici statunitensi si alzino in volo verso l’URSS al primo avvistamento aereo sospetto. Stavolta, però, per un’anomalia, non vengono richiamati alla base. Il presidente americano chiama quello sovietico.

RECENSIONI

La strategia/fobia della tensione nucleare che aleggiava nel mondo si trasferisce, in modo magistrale, all’interno di un unico ambiente: la sala operativa del Presidente degli Stati Uniti. Sidney Lumet lo aveva già dimostrato nel suo esordio, La Parola ai Giurati, che nessuno come lui sa filmare le dinamiche psicologiche dentro una stanza, creando movimento, calibrando pause, sguardi, dialoghi, perfetta direzione degli attori, progressione implacabile della drammaturgia, tensione (gli basta inquadrare una cornetta: Henry Fonda al telefono con la controparte sovietica). Puro Cinema, mai Teatro. Fantapolitica che ha fatto scuola, un contraltare non grottesco al di poco precedente Il Dottor Stranamore: in realtà, la Columbia Pictures mirava a battere sul tempo l’uscita del concorrente Stanley Kubrick, arrendendosi di fronte ad una denuncia di quest’ultimo, non infondata, a proposito del best seller di Eugene Burdick e Harvey Wheeler da cui la pellicola di Lumet era tratta, plagio del “Red Alert” di Peter George che Kubrick seguiva come traccia. In ogni caso, Lumet mette in scena il dramma che preferisce, quello che dilania il protagonista solo contro tutti nel peso delle responsabilità.