TRAMA
Luna di Miele alle Hawaii per Cliff, sceneggiatore, e Cydney: scoprono che una coppia è stata uccisa da due fidanzati serial killer e sospettano di chiunque incontrino durante la loro escursione verso una spiaggia esclusiva. Conoscono un’altra coppia, lui ex dei corpi speciali, lei figlia di militari.
RECENSIONI
David Twohy è tanto talentuoso quanto inaccorto: sorprende ancora per i dialoghi, il disegno di personaggi non comuni e tracce finanche autorali (lo sceneggiatore opposto all’uomo d’azione che vorrebbe un film sulla propria vita; il regista visto come un serial killer, quando inquadra la scena del futuro delitto con le mani) ma finisce per annullare le buone premesse con tocchi di commedia fuori luogo. Il citato Assassini Nati calza la pellicola fino ad un certo punto: nella convincente prima parte regnano i sospetti, gli indizi fuorvianti, la contrapposizione fra coppia ingenua-pantofolaia e vissuta-amante del pericolo. In seguito, Twohy fa l’errore dei peggiori thriller: svela l’identità degli assassini previo inganno dello spettatore, impossibilitato ad arrivarci per estetica della messinscena, non per mancanza di logica. Peggiora la situazione quando, nello scontro finale, opta per immagini iperboliche (split screen, ralenti, accelerazioni, splatter) e immette gag grottesche a rischio di ridicolo involontario.