Musicale, Sala

TUTTI PER UNO (1964)

Titolo OriginaleA Hard Day's Night
NazioneGran Bretagna
Anno Produzione1964
Genere
Durata87’

TRAMA

Inseguiti dalle fans, i Beatles prendono il treno per raggiungere uno studio televisivo.

RECENSIONI

Il primo film dei Beatles è una fantasia comica e musicale al servizio del nonsense mordace di Richard Lester, apprezzato pubblicitario e autore televisivo di programmi bizzarri, che ha mosso i primi passi al cinema con l'ausilio di Peter Sellers. Con sapori da "Nova vlnà" cecoslovacca (vedi gli esordi di Milos Forman), la macchina da presa sta addosso ai protagonisti e taglia i quadri con un montaggio selvaggio, all'insegna di quella libertà che, per tutta la durata del film, Lester invoca descrivendo l'esistenza delle rockstar come una prigionia claustrofobica, al servizio di figure manageriali/parentali. Nonostante l'esile trama, il ricorso alle gag da slapstick e l'obbligatorio inserimento di brani cantati (dove, più che altrove, l'occhio visionario del regista si sbizzarrisce: da antologia il "videoclip" per "Can't buy me love"), Lester non perde occasione per essere caustico con il cinismo dei pubblicitari che pilotano il gusto dei teenager, con le domande retoriche dei giornalisti, con la spocchia mercantile degli uomini di televisione. Lui (ex-musicista) sta dalla parte dei "Fab 4" (sempre più simili ai fratelli Marx), giovani affiatati che non riescono a godere della vita (le belle figliole, le tartine alla conferenza stampa) e si sfogano con una sana irriverenza invisa alla "Società" governata da anziani boriosi, affaristi senza scrupoli e finte persone perbene: il nonno di McCartney, interpretato da Wilfrid Brambell, è la canaglia delle canaglie, nonostante la sua apparenza "clean", pulita. Questo divertente pseudo-documentario in tournée, quindi, non si limita ad essere un allegro veicolo per le sue star ma riflette discretamente sul loro ruolo e sullo spirito gaio e trasgressivo che stava per impadronirsi della Swinging London, preludio alla controcultura giovanile. John Lennon, nella vasca da bagno, gioca con un sottomarino vaticinando le avventure di Yellow Submarine e Come ho Vinto la Guerra. Lester, durante il concerto finale (che, purtroppo, ripropone brani già ascoltati nel corso del film), stacca e zuma impietosamente sugli isterismi delle adolescenti in un pubblico non ammaestrato. Splendida la sigla di chiusura in fotomontaggio.