Avventura, Recensione

A ESPADA E A ROSA

Titolo OriginaleA spada e a rosa
NazionePortogallo
Anno Produzione2010
Genere
Durata146'

TRAMA

Le straordinarie avventure di Manuel, alla ricerca della purezza.

RECENSIONI

Già assistente di Joao César Monteiro, Joao Nicolau firma con A Espada e a Rosa un personalissimo e azzardato racconto dell’abbandono (dell’essere abbandonati da come dell’abbandonarsi a), dando prova di una lodevole libertà formale. Nel suo itinerario di purificazione e di oblio, il cittadino Manuel riscopre il piacere del perdersi per mezzo di una misteriosa sostanza stupefacente e di compagni di ventura venuti e diretti verso un Altrove che è il luogo da cui scaturisce una verità che ammalia (la Rosa) e ferisce (le spine, la Spada). Il regista incrocia e supera i generi (musical, avventura, animazione), accarezza i grandi temi con una levità che non può non ricordare le commedie dell’assurdo dei grandi referenti della cinematografia portoghese (Monteiro, certo, ma anche João Botelho e certo De Oliveira): contemplazione e ritualità dei gesti, sortite spiazzanti, simbolismi e verbalismo programmatici, insieme ironici e severi, una dialettica stringente pervasa di lucida (e sommamente saggia) follia, giochi di specchi e disvelamento del dispositivo. A Espada e a Rosa riesce miracolosamente a farci vivere, esteticamente, l’esperienza percettiva e cognitiva della Differenza dando forma ad un percorso di liberazione dalla dittatura del Logos per la fluidità (il viaggio in mare), la metamorfosi, il gioco e il canto. Un nuovo senso assecondato da una scrittura egualmente innovativa.