Grottesco, Recensione

ARANCIA MECCANICA

Titolo OriginaleA clockwork orange
NazioneGran Bretagna
Anno Produzione1971
Genere
Durata137’

TRAMA

Alex, amante della musica di Beethoven, guida la banda dei Drughi in varie azioni da teppisti: quando le sue gesta prendono una piega sempre più violenta e criminale, i compagni lo consegnano alla polizia.

RECENSIONI

Stanley Kubrick incide su pietra le coordinate di un altro genere cinematografico, la satira grottesca e violenta, poco frequentata per connotati scomodi, facili alla lapidazione dei moralisti e alla censura. Ancora oggi, pochi sono stati altrettanto caustici, spietati, disturbanti, attraenti nel descrivere uno spirito “punk”, cioè del tutto nichilista, anarchico (Alex è a-lex, senza Legge), menefreghista, anti-borghese (Bunuel ha adorato il film). Basti la terribile, perché del tutto gratuita e con sberleffo, sequenza dello stupro sulle note di “Singin’ in the rain”. Prendendo le mosse dal romanzo con innesti autobiografici di Anthony Burgess (la moglie, incinta, venne violentata nel 1942 da quattro disertori americani), Kubrick non edulcora nulla, adotta la prospettiva del suo Riccardo III che compie gesta esecrabili ma resta attraente (perché del tutto sincero e simbolo del lato selvaggio del nostro inconscio) e lo dota di Io narrante (con nuovo linguaggio, il Nadsat): nel momento in cui lo spettatore sta col Diavolo, forse s’accorgerà che gli è speculare e che il vero pericolo è l’Autorità, il Sistema disumano che non è in grado di educarlo. Infiniti i rimandi, le scene di culto, le polemiche alla sua uscita (Kubrick lo tolse dalla circolazione nel 1974 da una Gran Bretagna scenario di stupri e omicidi imitatori), le categorie di pensiero che non hanno influenzato solo la Settima Arte. Malcolm McDowell resterà per sempre in questo ruolo, volente o nolente: del resto tutto lo presagiva quando interpretò Se… di Lindsay Anderson, con lo stesso personaggio. “Strano come un’arancia a orologeria” (detto inglese) è anche il soundtrack, fondamentale insieme ai ralenti e alle accelerazioni per stilizzare la violenza, con sinfonie elettroniche all’avanguardia, che rispettano i contrasti amati da Alex (musica gioiosa per azioni turpi), e questo presente futuribile (il libro era ambientato nel futuro del 1970), una Londra anni sessanta lisergica-Pop Art ripresa a suon di zoom. La riflessione amara è che la Violenza fa parte della natura umana, non può essere sradicata: c’è sempre bisogno di scegliere fra Bene e Male. È la società che crea mostri nel momento in cui finge che l’Ombra non esista o possa essere costretta a scomparire (il trattamento Ludovico, che manipola la libertà individuale e trasforma in robot a orologeria).