TRAMA
David ha un’unica ambizione: guadagnare la stima del presidente dell’azienda in cui lavora, ottenere un aumento di stipendio e la promozione da dirigente. Finalmente la sua occasione sembra arrivata: dovrà presentare un brevetto rivoluzionario che gli garantirà la gloria e l’apprezzamento inseguiti da sempre. Ma in una sola notte l’incontro con Marcello, un abile imbroglione aiutato da due avvenenti socie, cambierà il corso della sua vita. David perde tutto: fidanzata, casa e lavoro e per recuperare dovrà imparare l’arte della truffa proprio da colui che l’ha messo nei guai.
RECENSIONI
Ecco un prodotto davvero inconsueto per il nostro cinema, un film intelligente che mescola il registro brillante con il giallo, conducendo il racconto non solo con coscienza piena dei meccanismi e delle figure della nostra tradizione, ma mettendola in evidenza nell'effettivo svolgersi dell'intreccio (ciò che vediamo, essendo narrato da uno scrittore a un editore, è già dichiaratamente tra virgolette), in un surreale accumulo di situazioni in cui la dimensione dell'incubo possibile (perdere tutto) e le spirali dell'inganno e della truffa vanno a braccetto con il buddy movie.
Ma Loro chi? non si ferma qui, aggiungendo all'applicazione dei topoi e al riciclo dei caratteri della nostra commedia, al sapido ammicco a situazioni e definizioni (si gioca platealmente anche con i nomi: potente, pisello), anche uno spaccato caustico sul pubblico di riferimento, sulla deprimente cinefilia (l'allievo del Dams è un automa), sulla dimensione produttiva in cui il fare cinema in Italia si muove; così il discorso sulla Film Commission pugliese, come passaggio obbligato del making di tanta parte dei film nostrani in circolazione, diventa, nel momento della messa in scena - finta nel film, ma vera nella realtà - una metariflessione beffarda (il loop a vuoto dell'inseguimento).
Loro chi? riscatta la sua sgangheratezza (programmatica?) con la sagacia del costrutto che, strizzando l'occhio a Mamet (le scatole cinesi non smettono di aprirsi, le rivelazioni rompendo ogni confine tra cornici e livelli narrativi), e scartabellando tra i generi (compreso il road movie), propone un'apocalittica ricognizione sullo stato dell'arte che nasce da una consapevolezza dell'ambiente cinematografico e del suo sottobosco (favori, intrallazzi, mafie e mafiette) e da una lucidità di sguardo che lasciano ammirati.