TRAMA
Il fidanzato invita Shirley all’anniversario di matrimonio della madre vedova, una donna perfida e diabolica che tiene in sudditanza psicologica i tre figli e maltratta le nuore.
RECENSIONI
Dalla pièce teatrale di William MacIlwraith (da cui eredita non pochi interpreti), una commedia nera mascherata da thriller angosciante e grottesco, o viceversa: parte del suo fascino deriva proprio dall'inusuale (non per Roy Ward Baker) e riuscito dosaggio d’ironia ed inquietudine. Bette Davis, mattatrice con l'occhio bendato, è indimenticabile in un ruolo a lei congeniale di padrona dispotica: lo sceneggiatore/produttore Jimmy Sangster (leggi: "Hammer Productions") l'aveva già utilizzata in Nanny la Governante, memore della sua prova in Che Fine ha fatto Baby Jane di Robert Aldrich. Baker entra a riprese iniziate (da Sangster, ma non le utilizza), senza pretendere alcun cambio, ben voluto da un’attrice che conosce da quindici anni, cui dà carta bianca e, anche grazie a battute fulminanti e ad un ben congegnato svelamento progressivo (è stato girato in ordine cronologico) della natura diabolica e meschina del suo carattere, l'incubo bislacco che mette in scena possiede un forte appeal, non ultimo nel momento in cui rivela la matrice melodrammatica e psicanalitica nei rapporti fra madre e figli, pur preferendo ridacchiare sulle devianze sessuali (il ladro di biancheria intima femminile; il "ribelle" che vuole fare sesso sul letto della madre; il morboso bacio della Davis a suo figlio) e sottolineare in modo sarcastico la competizione femminile in seno alla famiglia (per accaparrarsi gli uomini: ridotti a manichini di passaggio da una sovrana all'altra, a statuine raffiguranti un bimbo che urina a comando, vedi l'allegorico finale). Nonostante le radici, la pellicola più che nel teatrale pecca nel plateale, una caratteristica comune agli affiliati lavori horror della casa di produzione: è difficile credere, ad esempio, che l'elemento scatenante del turning-point finale sia la mascalzonata dell'occhio finto, quando le perfidie della megera erano state fin lì ben più pesanti. Comunque è una farsa che si fa agghiacciante, una pellicola di (da) culto. La canzone dei titoli di testa è eseguita dalla "New Vaudeville Band".