Horror, Sala

OUIJA

NazioneU.S.A
Anno Produzione2014
Genere
Durata89'
Fotografia
Montaggio
Scenografia

TRAMA

Da piccole Debbie e Lane giocavano insieme con una tavola Ouija per comunicare con il mondo dei morti. Passano gli anni e Debbie prova nuovamente a fare una seduta spiritica, questa volta da sola, infrangendo una delle regole principali che obbliga sempre la presenza di qualcuno. La ragazza impazzisce e si impicca. Lane, insieme ad altri amici, cercherà di scoprire quanto accaduto utilizzando la tavoletta. Troppa curiosità fa male…

RECENSIONI

Sarà pure un film dal sapore esoterico, ma a questo Ouija manca un'anima. C'è una planchette che oltre a messaggiare con il morto fa da obiettivo verso l'oltretomba; ci sono gli spiriti, anonimi fino all'inverosimile, che d'un tratto deragliano nel j-horror e puntano all'effetto; ci sono una casa, una soffitta e persino una cantina che, aldilà di un estetizzante gioco in penombra (la poca luce 'accerchiata' dalla minaccia del buio) potrebbero tranquillamente far parte di un annuncio di un'agenzia immobiliare; c'è la solita combriccola di ragazzi da teen-movie in chiave orrorifica, tutti da copertina, che non si limitano a semplici funzioni di un meccanismo per una lotta di sopravvivenza, ma provano anche sentitamente a rielaborare un lutto; c'è infine il fatidico colpo di scena che vorrebbe sbancare il tavolo e si ritrova invece a confermare ulteriormente la mancanza di idee dell'operazione.
Il debutto alla regia di Stiles White, fino a oggi nel campo degli effetti speciali, non va oltre al riciclo cauto e sicuro del genere. Prende le sedute spiritiche, trasgressione generazionale che incuriosisce da sempre tra finzione e superstizione, e una tavoletta come medium promozionale, niente di più. Per tutta la durata di Ouija non assistiamo a un guizzo che sia uno, narcotizzati in uno spazio mai percepito ostile, dove il soprannaturale è per davvero invisibile agli occhi. Fallisce clamorosamente ogni tentativo di preparare lo spettatore a quell'orrore manifesto che caratterizzerà l'epilogo della storiella, sottolineando in maniera ancora più marcata quanto a mancare sia la suspence su cui l'autore evidentemente voleva costruire la prima parte del film. Si arriva insomma a rimpiangere la furbizia di certo cinema che usa il sound design per lo spavento facile.
Di paranormale rimane l'incasso al botteghino.