Biografico, Sala

YVES SAINT LAURENT

Titolo OriginaleYves Saint Laurent
NazioneFrancia
Anno Produzione2014
Durata106'
Tratto dadal libro di Laurence Benaïm
Scenografia

TRAMA

Parigi, 1957. A soli ventun anni, Yves Saint Laurent è chiamato a dirigere la grande casa di moda fondata da Christian Dior, da poco scomparso. Da quel momento tutti gli occhi e riflettori sono puntati su di lui.

RECENSIONI

Eccolo qui Yves Saint-Laurent, in un biopic che più patinato non si può immaginare, una vita (edulcorata) al massimo, pronta a solleticare qualche curiosità e a non dire nulla. Perché in realtà è tutta un'ode stonata al compagno Bergé (che narra fuori campo, mica a caso, in un delirio di poeticismo patetico), è tutto un sottintendere: Yves era un genio, ma non ci fosse stato lui a garantirgli equilibrio e comprensione, se non ci fosse stato il fatale compagno a tenere la barra dritta, col cavolo che la griffe avrebbe segnato la storia della moda come di fatto è accaduto. Quindi sì, viva Yves Saint Laurent, ma più di tutto viva Bergé che ha saputo indirizzare al meglio quello scapestratello. E che ha autorizzato questa operazione (a differenza del film di Bonello in post-produzione) dando libero accesso agli archivi e alle collezioni.

E guardando questa esangue illustrazione di una vita e di una trasgressione (opportunamente normalizzata) lo si capisce bene che c'è la benedizione del pigmalione: gli episodi si accostano senza alcuna logica conclusiva - a parte quella del panegirico indiretto - legati come sono da un filo inafferabile che li tiene insieme a mò di superficie che copre il niente. Yves Saint Laurent è zoppicante paso doble agiografico, condito dal soundtrack più telefonato della storia, che propone una sterile progressione cronologica con anni in didascalia: prima parte più informativa da corretto teleromanzo, seconda parte tutta slegata a sfocare la visione nell'amorfo ritratto d'epoca.
Yves, in questo percorso inconsistente, intanto si tormenta, si strugge, soffre, vuole morire e non è dato capire il perché neanche una volta. Neanche per sbaglio.
Cast sprecato, regista non pervenuto.