Avventura, Hammer, Recensione

LA DEA DELLA CITTÀ PERDUTA

Titolo OriginaleShe
NazioneGran Bretagna
Anno Produzione1965
Genere
Durata103’

TRAMA

1918, Africa: la bionda regina Ayesha rivela al giovane Leo che è l’Eletto e che deve superare il deserto del Sahara per lei. Lo accompagneranno un archeologo e il suo servitore.

RECENSIONI

Il racconto di Henry Rider Haggard (quello de Le Miniere di Re Salomone), portato sullo schermo l'ultima  volta nel 1935 da Irving Pichel (La Donna Eterna), meritava di più: questa oltremodo ingenua produzione "Hammer" non ne sa sfruttare i punti di forza, vale a dire l'elemento fantastico e quello romantico in sinergia in un impianto allegorico (l'attesa della vergine, gli ostacoli del maschio per possederla, la tormentata scelta fra eletta e tentatrice). Si punta quasi tutto (e con successo) sull'erotismo, seducendo lo sguardo a partire da un locale colmo di danzatrici del ventre seminude e passando lo scettro a due "belli" come protagonisti, l'aitante John Richardson e Ursula Andress che, “vestita” con veli trasparenti, toglie il fiato. La credibilità di personaggi e avvenimenti non esiste: gli amori sbocciano nel modo più improbabile (lei s'innamora di lui per la vita con un solo sguardo, lui cade perdutamente per la regina appena gli compare dinanzi), la sceneggiatura di David T. Chantler non si cura di fornire spiegazioni più esaurienti (perché Ayesha uccise il sacerdote 2.000 anni fa? Perché, insensatamente, si getta nel fuoco freddo?), la produzione ricicla costumi romani e comparse bianche come il latte, cercando di farle passare per una genìa degli antichi egizi. Dirige l'esperto in avventure esotiche Robert Day (Tarzan), ingaggiato in quanto di “Africa” se ne intende. Se anche il grande Peter Cushing è poco convincente, sono però da citare la terrificante sequenza del pozzo e le coreografie "selvagge" (con gli Oo-bla-da dancers) a suon di tamburo (commento sonoro di James Bernard). Seguito da La Donna Venuta dal Passato.