TRAMA
Figlia di un poliziotto, una ragazza di provincia folleggia tutta la notte con dei militari: si ritrova incinta, ma non sa di chi. Un amico, innamorato di lei, accetta di sposarla.
RECENSIONI
Da quando ha brevettato il “narratage” in Potenza e Gloria, Preston Sturges non rinuncia alla voce fuori campo che commenta i racconti in flashback (utilizzando anche Brian Donlevy e Akim Tamiroff con gli stessi personaggi de Il Grande McGinty). L’autore tratta sempre temi audaci e fustiga, in sordina, usi, costumi e mentalità, mentre riesce a far ridere (buona la gag dell’evasione) con una farsa sentimentale imbevuta di slapstick (purtroppo senza le necessarie soluzioni di continuità). Addita il tabù della gravidanza fuori dal matrimonio (altra “istituzione” non risparmiata) e il vezzo tipicamente provinciale delle malelingue. Non solo: è a dir poco intrepido nel prendere come protagonista una donna “dai facili costumi” che passa tutta la notte con i militari e resta gravida. Il doppiaggio nostrano non rende giustizia ai dialoghi scoppiettanti (ad Eddie Bracken rifila un’edizione jerry-lewisiana poco convincente: è forse dovuta al rifacimento di questa pellicola, Il Balio Asciutto?) anche se, fra balbettii e capitomboli, le gag invecchiano comunque. Ciò non toglie che gli interpreti siano veramente in gamba (buffa Betty Hutton, soprattutto nel suo entr’acte canoro) e i personaggi molto curiosi (il migliore, con punte di misoginia presto mitigate, è quello del papà poliziotto che esce di testa per tenere a bada le figlie, rimediando ai loro danni). I geometrici scompigli, nel caos di dialoghi sparati a raffica e nell’andirivieni di una miriade di caratteri, è esemplare in quella scena in casa piena di giornalisti, paesani ed agenti. L’ilare lieto fine (che chiude con una citazione da Shakespeare) (di)mostra quanto è facile manipolare l’opinione pubblica e trasformare l’immagine di un delinquente in icona eroica, di cui Hitler e Mussolini invidiano “il miracolo” (una sorpresa).