PER UNA MANCIATA DI SOLDI

Stuart Rosenberg deve la propria fama a due esemplari e strutturati film carcerari, Nick Mano Fredda e Brubaker. Lungo tutta la sua carriera però, salvo qualche rara eccezione, ha rincorso gli ibridi, innestando la farsa sottotono in strutture drammatiche, il film d'azione (poliziesco o criminale) nella commedia sentimentale, i libelli di ribellione e impegno civile in generi allo stesso tempo codificati e percorsi da insolite malinconie e/o ricerche linguistiche. Il tutto con risultati manchevoli ma degni d’attenzione. Qui l'ex-insegnante di letteratura (Rosenberg) incontra l'ex-docente di filosofia (lo sceneggiatore e futuro regista Terrence Malick): insieme adattano il "Jim Kane" di J.P. Brown, stagliando una coppia di simpatici e tardi “Don Chisciotte e Sancho Panza” in uno scenario da western moderno, sognatori contro i mulini a vento (il selvaggio Messico e i truffatori). "Se mettessimo i nostri cervelli insieme, qui faremmo i soldi a palate!": in realtà comunicano fra sordi, sono bambini troppo cresciuti che giocano maldestramente a fare i duri ed i manager. La morale è che non c'è spazio nel business per l'idiota onesto: o sei furbo o bari (il losco cowboy effeminato di Strother Martin). Forse solo gli idioti sono onesti e godono di una stolta e tiepida serenità. Tiepide sono anche la splendida fotografia di Laszlo Kovacs che desatura i colori e le prove di Paul Newman (attore-feticcio di Rosenberg) e Lee Marvin, volti duri alieni alla comicità. Tutti insieme sortiscono lo stesso effetto straniante cui giunge l'opera nel tira e molla fra serio e faceto: il risultato è un disincanto malinconico che lascia a bocca aperta, senza risa e attività cerebrale, "tonti" come i due protagonisti. La title-track è interpretata da Carole King.