TRAMA
Un ufficiale nordista ha l’incarico di guidare una linea di corriere cariche d’oro della California. Un gruppo di banditi, guidati da un simpatizzante della causa sudista, gli dà filo da torcere.
RECENSIONI
L'eroe di Budd Boetticher (il suo attore feticcio Randolph Scott, uno dei volti più simpatici e rassicuranti dell'epopea western) appare durante i titoli di testa da solo, su rossi tramonti sottolineati dal bel technicolor. Solo se ne andrà nel finale, (quasi) da solo deve affrontare un territorio e della gente ostile: ha perduto la donna che amava a causa di quell'oro per cui ora rischia la vita e da cui, pare, dipenda l'esito della guerra. Sono logiche che non comprende, il suo eroismo si costruisce sul saggio gesto quotidiano, sul controllo di sé. La calma è la virtù dei forti, soprattutto quando si è derisi. Il suo antagonista principale è l'odio che genera la violenza: una violenza di cui presto l'uomo (anche il potente, il gentiluomo) perde il controllo, lasciando dietro di sé scie di sangue ed efferatezze varie (il massacro della diligenza…). La guerra genera orrori, l'unico antidoto è lo scrupolo di coscienza. Il fascino del cinema di Boetticher risiedeva proprio nell'illuminante sobrietà dei racconti: mentre questo piccolo film procede spedito, antiretorico ed efficace, ogni personaggio diventa l'archetipo d'un principio, un valore, una riflessione sul comportamento umano. Il migliore cinema western classico riusciva proprio ad unire la semplicità della sua struttura all'impercettibile e significativa cura del dettaglio, del gesto, dello sguardo. Il soggetto è abbastanza originale, si apre su toni più scanzonati per poi transitare nella tragedia fino alla sparatoria finale. Virginia Mayo è una presenza forte e sensuale.