TRAMA
Mentre la Terra è minacciata da un anello di fuoco che la surriscalda, l’ammiraglio Nelson, con il suo avveniristico sommergibile, contro il parere delle autorità mondiali, si accinge a lanciare un missile nucleare per fermare l’olocausto.
RECENSIONI
Infervorato da sempre da scenari apocalittico-catastrofici, Irwin Allen ha anche una predilezione per le ambientazioni marine, da Il Mare Intorno a Noi (il documentario del 1953 con cui vinse l’Oscar) alla serie del Poseidon. Questo film d’avventura riscosse un buon successo, tanto da generare una serie Tv (1964-1965) sempre a colori: parte con sapori alla Verne, esplorando gli abissi marini con un sommergibile all’avanguardia, passa al disaster-movie con la Terra minacciata da un non ben definito fenomeno, si dà ai conflitti psicologici in ambiente ristretto con il tema dell’ammutinamento e condisce il tutto con numerosi “colpi di scena” (mine, piovre giganti, sabotatori) e personaggi pittoreschi fino all’incredibile, vedi la psichiatra ed il predicatore invasato. Un’insalata mista ai limiti del kitsch che, in realtà, se meglio dosata negli ingredienti, poteva dare vita ad un dramma tesissimo, d’effetto e con risvolti insoliti: nelle mani dell’ineffabile “master of disaster” il ridicolo involontario e le ingenuità spopolano (basti citare il finale in cui i personaggi festeggiano prima che la narrazione abbia dato il benché minimo indizio di pericolo scampato). Non crediamo possibile che Charles Bennett (suo anche il precedente Mondo Perduto di Allen), sceneggiatore di Hitchcock, si sia impegnato a scrivere situazioni potenzialmente ansiogene per poi vanificarne le potenzialità con tale innocuo spirito paratelevisivo (fin dalle prime battute, ad esempio, si sa che l’ammiraglio è dalla parte della ragione: tutti i dibattiti, gli scontri psicologici, le iniezioni di dubbi a seguire sono inutili): si tratta dell’Allen’s touch, sinonimo di inettitudine (da regista, non da produttore), di assenza di capace governo. Lo spasso nasce tutto da questa messinscena infantile e naif di un materiale valido, avvincente, dove l’atomica non genera fobia alla Jack Arnold ma è salvifica e l’eroe americano di turno ha facoltà di ignorare i colleghi delle altre nazioni, snobbare l’ONU e, altezzosamente, dichiarare di prendere gli ordini, che riguardano l’intera umanità, solo dal proprio Presidente.