TRAMA
Una bionda assume un esperto di esplosivi della C.I.A. per vendicare i propri genitori contro una famiglia malavitosa: l’artificiere avrà come avversario un ex-compagno che denunciò dieci anni prima.
RECENSIONI
Due ragioni che possono valere la visione: la prima è la bellezza con sguardo penetrante di Sharon Stone che, non ancora affrancata (lo sarà con Casinò di Scorsese), ripropone il ruolo che l’ha resa famosa, sexy e perversa da Basic Instinct; la seconda è la prova di James Woods, che si staglia eccelsa (che carisma quando giocherella con una bomba nel duello psicologico con un subalterno!) se paragonata con quella di…certi colleghi “equini”. La sceneggiatura è scoordinata, colma di dialoghi risibili e situazioni stereotipate (ha stancato il tòpos dei teppisti, qui sul bus, da punire!), ma offre per la prima volta a Stallone un carattere ambiguo e con potenziali, insolite sfumature (assassino gentiluomo, succube di una depravazione da voyeur con telefono erotico): ma il buon Sylvester è, come sempre, tanto monolitico quanto ridicolo quando sgrana gli occhi da innamorato. Dal canto suo la produzione, esauriti i fondi con il cachèt per il cast di richiamo, risparmia sul regista e pesca il peruviano Llosa, mediocre artigiano di C-movies d’azione che non sa che farsene di una materia interessante, ispirata ai personaggi dei romanzi di John Shirley (il “Lou Reed del cyberpunk”), candidata, più che allo sfoggio di muscoli, al noir psicologico, torbido (che non significa mostrare solo una “toccatina” in chiesa), con donna fatale (non solo corpi scultorei in scene bollenti sotto la doccia), il tema della vendetta e un pizzico di saga da Il Padrino con Scarface, Orchidea Selvaggia e Due vite in gioco (Woods che rifà se stesso). Un plauso però ai tecnici degli effetti speciali, che si saranno divertiti molto (fino a scuotere la testa) con l’idea troppista dell’appartamento “calibrato” per staccarsi dal palazzo con un’esplosione.