TRAMA
14 luglio 1982. Un giovane siciliano di leva al nord si mette in viaggio verso Palermo per assistere all’ultima imperdibile tappa del tour europeo del leggendario Frank Zappa, eclettica e amatissima rockstar di origini siciliane (1940-1993). Un viaggio indimenticabile, che culmina però in una grande delusione: il ragazzo non arriverà in tempo al concerto del suo idolo. Quel ragazzo era il regista Salvo Cuccia, che a distanza di trent’anni riprende in mano il biglietto mai staccato e ricostruisce i tasselli di quel momento particolare della sua vita…
RECENSIONI
Salvo Cuccia rielabora e dilata di troppi personalismi un suo precedente cortometraggio, 1982 L'estate di Frank, che raccontava la tragica conclusione del concerto di Zappa alla Favorita di Palermo, ennesimo spettacolo nostrano ai gas lacrimogeni che coloravano gli stadi dell'epoca. non riuscendo purtroppo a fare tesoro del prezioso materiale d'archivio, girato da un giovanissimo Steve Vai, che documenta sound check sudati e zingarate da tour. Cuccia annacqua il saporito Falerno con i suoi ricordi di giovane collezionista di vinili e di sradicato militare ad Aviano in viaggio con papà per rientrare in Sicilia giusto in tempo per il concerto del baffuto idolo e, non contento, trascina gli eredi e la vedova Zappa in una rocambolesca gita fra cittadinanze onorarie e cugini di quinto grado con arancini in mano, cercando invano una connessione linguistica e culturale fra vecchio e nuovo mondo. Restano soltanto le note di Zappa e qualche curiosità aneddotica (negli spogliatoi dello stadio, Frank impara da un amico panormita qualche volgarità locale che poi utilizzerà per l'ormai mitologica hit Tengo una minchia tanta)