Drammatico, Recensione

MANHÃ DE SANTO ANTÓNIO

Titolo OriginaleManhã de Santo António
NazionePortogallo/ Francia
Anno Produzione2012
Durata25'
Interpreti

TRAMA

Lisbona: è l’alba del 13 giugno, Sant’Antonio, patrono della città.

RECENSIONI

Nel giorno di Sant'Antonio, patrono della capitale portoghese, i giovani innamorati, per tradizione, lasciano in offerta al santo un vaso di basilico con un papavero rosso. L'alba dei loving dead sorge su una Lisbona addormentata: le sue strade si illuminano della luce del mattino nascente mentre dalla metro, come degli zombie, un gruppo di ragazzi, esausti dopo i festeggiamenti della notte, si riversa, a passo lento, catatonico - nella città. In dettaglio le loro scarpe, le loro nuche, i loro movimenti. Qualcuno usa lo skateboard, molti vomitano, cadono in terra per poi rialzarsi e proseguire nell'attonito cammino. Alcuni giungono a casa, altri vagano, indifferenti del traffico che comincia ad animare la città ancora semideserta. Altri ancora digitano sui cellulari che a tratti riprendono vita, lacerando il silenzio con la loro suoneria spettrale. Rodrigues pedina questa moltitudine apatica non muovendo mai la macchina da presa, ricorrendo solo a insistiti, icastici piani fissi, agendo col montaggio, ipnotizzando lo spettatore e consegnandolo all'incombente suono in presa diretta, filtrando, attraverso la sua consueta, laconica poetica, il registro romeriano.

Mentre una ragazza, si dirige verso lo stagno del parco e si lascia affondare nell'acqua, ancora aggrappata alla flebile speranza che il cellulare squilli, un ragazzo lancia il suo vaso contro la statua di Sant'Antonio per poi perdere i sensi. Su un'altalena dondola l'ennesima delusione amorosa. Il vento spazza il marmo e sul papavero gettato in terra un biglietto grida solitudine, attraverso le parole di Fernando Pessoa:
Al ballo in cui tutti danzano,/ alcuni restano senza danzare./Meglio non andarci/ che essere lì, senza esserci.

Il regista ha affermato che il corto gli è stato ispirato da una foto che aveva scattato la notte dei festeggiamenti della festa di Sant'Antonio. Il contrasto tra la felice baraonda notturna e il silenzio del mattino, nel ritorno a casa in metropolitana della gioventù lisbonese - scandito da movimenti meccanici fatti allo stesso ritmo, senza parole, senza neanche un ciao - lo aveva profondamente impressionato, mostrandosi, ciascuno di quei ragazzi, come una creatura essenzialmente sola.

JPR - Una volta in strada, ognuno di loro si dirigeva verso casa con lo stesso passo meccanico che, nella mia testa, appariva eminentemente coreografico. Ho inevitabilmente pensato alle geometriche e malinconiche coreografie di Buster Keaton e Jacques Tati e persino a certe danze di Pina Bausch.