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TRAMA
Tunisi, nei giorni della rivoluzione Aida si sposta da un quartiere povero all’altro.
RECENSIONI
Per Aida la rivoluzione non è rilevante: a seguito della caduta di Ben Ali, essa intraprende un pellegrinaggio attraverso le strade di Tunisi per ottenere una casa. La vicenda personale si intreccia alla ricognizione complessiva sullo stato della città, del paese: la ricerca dellabitazione è metafora universale del tentativo di ripartire, di ri-trovarsi in mezzo alle macerie. Così la regista Hinde Boujemaa: Ho avvicinato Aida in strada. Sembrava distaccata da quel che stava accadendo (...). Nella rivoluzione Aida trova loccasione su cui non contava più di cambiare la propria vita: la possibilità di trovare un tetto per riavere indietro i suoi quattro figli. Il documentario poggia su questo dato centrale, la non realizzazione della situazione contingente: è un pedinamento della donna, dalle difficoltà quotidiane ai significativi gesti compiuti, non giudicati ma semplicemente mostrati (gli aspri rimproveri al figlio che sconfinano nella violenza), quadro che suggerisce una disperazione ora trattenuta ora esplicita. Laltro protagonista sono i quartieri poveri della capitale, che si succedono con una tendenza alla digressione visiva e narrativa: qui la rivolta non diventa fatto politico, ma viene mostrata attraverso una deviazione del discorso, costruzione di senso che si forma dal basso seguendo le giornate di una persona qualunque. Messaggio implicito: dietro la rivolta cè la gente comune che soffre, la primavera araba nasconde linverno degli indigenti.
Basato su ununica idea, non sempre riuscita, Era meglio domani si esaurisce appena è chiaro dove vuole parare: resta lapproccio contro-informativo rispetto alla logica occidentale, il tentativo di una scrittura cinematografica che aggira il racconto diretto e presenta la questione da un altro punto di vista.
