TRAMA
Si commemora il 25º anniversario di Bad, l’album di Michael Jackson. Con dei filmati girati da Michael stesso, che nessun altro ha visto prima. Il documentario si divide in due parti: artisti influenzati da Michael e persone che hanno lavorato insieme a lui, musicisti, parolieri, tecnici, impiegati della casa discografia, tutti impegnati al disco successivo al più grande successo di tutti i tempi, Thriller.
RECENSIONI
Spike Lee celebra il venticinquennale del settimo album di Michael Jackson con un documentario che, scansando la biografia, si rivela analisi accuratissima di unopera innovativa, un viaggio nella sua realizzazione, tutto risolto sul piano prettamente musicale e artistico. Bad 25 è un making of dautore, dunque, due ore di solida documentazione in cui, brano per brano, si racconta comè stato assemblato uno degli album-simbolo degli anni Ottanta: interviste ai musicisti (Quincy Jones, ovviamente, ma anche tutti gli altri intervenuti alle session), ai testimoni (Mariah Carey), ai fan di ieri e oggi (Kanye West), ai compagni di lavoro (Stevie Wonder, che accenna - e sono brividi - The way you make me feel), ai registi dei video (compreso un confronto con Martin Scorsese che diresse la storica clip del brano omonimo, primo singolo, e che, riguardandola, la commenta passaggio per passaggio). Materiale inedito, messo a disposizione dalla famiglia del Re del Pop per una manifestazione - non solo di affetto, ma anche - della volontà precisa di andare oltre la passione, di decretare, dati alla mano, senza se e senza ma, la grandezza dellartista.
Così il regista in conferenza stampa: Dopo la sua morte per un mese non ho capito più niente. Per un anno la mia famiglia mi ha odiato perché ascoltavo solo i suoi album.