Drammatico

LA SEGRETA PASSIONE DI JUDITH HEARNE

Titolo OriginaleThe lonely passion of Judith Hearne
NazioneGran Bretagna
Anno Produzione1987
Durata116’

TRAMA

Dublino, anni cinquanta: Judith Hearne, religiosa osservante, ha perso da tre anni la zia, ma mantiene con lei un legame morboso. S’innamora del fratello della sua nuova padrona di casa.

RECENSIONI

Il romanzo (1955, ambientato però a Belfast) di Brian Moore si traduce in uno dei più toccanti apologhi sulla solitudine della Storia del Cinema, cui danno voce le due prove attoriali superlative di Maggie Smith e Bob Hoskins. Clayton, in modo feroce, rappresenta efficacemente anche lo squallore, la vigliaccheria, l’opportunismo del genere umano e, a distanza di anni (e di opere solo in apparenza più accademiche) dagli esordi nel nuovo cinema inglese, si conferma uno degli autori più interessanti del Regno Unito (e non è un caso che anche Lindsay Anderson sia finito da queste parti, con Le Balene d’Agosto): la sua messinscena è “pensante”, sa sottolineare, cogliere gli spunti e i dettagli più stimolanti, che commenta con un punto di vista lucido ed anticonvenzionale, facendo implodere la materia nel connubio fra cinema “da camera” e intimista e vene sotterranee satiriche, finanche polemicamente anticlericali (Dio come falso rifugio dei solitari e/ma l’ateismo come dramma), amaramente ironiche o perverse (il mammone obeso e sgradevole, lo stupro, le tipiche diatribe fra inglesi e americani, il rapporto morboso con la defunta e quello fra la pensionante ed il figlio). Il fulcro, desolante, resta il profilo psicologico di un’anziana zitella che vive in un mondo a parte, dove la solitudine è combattuta con i fantasmi (Dio come la zia) e l’alcol, ma l’occhio di Clayton sa offrire sguardi su molto di più. Tuffi al cuore: il momento della “verità” fra Judith e l’amato; l’anticipazione sulla famiglia “amica” che, in realtà, non sopporta Judith (che si rende ridicola ai loro occhi quando mente), cui fa da controcanto (paradossale, alienante) la scena in cui Judith mostra di non tollerare l’unica donna che la aiuta; tutti i fuggenti, piccoli gesti di tenerezza fra i due protagonisti simili che non si “incontrano” mai. Un grande film disperato, doloroso, dimenticato e sottovalutato, a specchio della sua rappresentazione di un deserto della comprensione. Fra i produttori, George Harrison ed Elton John.