Horror

LA NONA PORTA

Titolo OriginaleThe ninth gate
NazioneFrancia
Anno Produzione1999
Genere
Durata141’

TRAMA

Un cercatore di libri rari è ingaggiato per porre a confronto le tre uniche copie esistenti di un manuale d’invocazione satanica.

RECENSIONI

Roman Polanski apre nove porte ma ci lascia, come il protagonista, con un pugno di mosche in mano, con alle spalle un'elementare avventura da sciarada (fonte: “Il Club Dumas” di Arturo Pérez-Reverte), mascherata da horror satanico dove, in realtà, Satana (Polanski?) si diverte ad osservare l'uomo immerso nella violenza, nella malia della carta stampata e/ma in un (video)gioco (il racconto è schematico e scontato) stupido e crudele, che non contempla la vittoria delle pedine. L'autore ripropone temi e stilemi a lui cari (la vana lotta del singolo immerso nel buio di un enigma, la vittoria e il fascino del Male, il sesso come suadente perversione diabolica, la donna come essere letale, lo humour a braccetto con l'orrore, il realismo del soprannaturale) ma è più interessato alla forma che alla sostanza, si sollazza con l'eleganza sinistra e aristocratica delle location (curiose assonanze con Eyes Wide Shut), con la fotografia di Darius Khondji che pare ispirarsi alle rilegature antiche, con l'unico elemento inquietante in campo, il commento sonoro di Wojciech Kilar. Dove sono finiti i claustrofobici e simbolici labirinti dell'inutile ricerca umana? Dove sono l'ambiguità dei segni di Rosemary's Baby, l’angoscia da trattato della follia di L'Inquilino del Terzo Piano e la ferocia nei risultati dell'indagine di Chinatown? Polanski non risponde, è ingannevole come Satana nel momento in cui sembra prendersi sul serio per poi stemperare la paura nella deformazione grottesca (ad esempio: alla vista della Baronessa Kessler con la lingua di fuori, dovremmo spaventarci o sorridere?). In modo sottile (l’ambiguità è nel linguaggio, il contenuto latita) confonde i due piani, prendendo a protagonista un antieroe (cinico e materialista), contornandolo di figure pittoresche, anche buffe (i due gemelli portoghesi), gettandolo in un incubo dove gli unici esseri davvero temibili sono gli uomini, stupidi, corrotti, sedotti. Onore a Emmanuelle Seigner: il marito regista le dà una mano, cambiandole il colore degli occhi con dei trucchi (e l'effetto è davvero fascinoso), ma lei è molto brava ad impersonare "tesi ed antitesi", con uno sguardo caldo e distaccato insieme.